Copparo
24 Ottobre 2025
Intervento del sindaco che cerca di "tralasciare la strumentalizzazione politica del Pd sulla grave situazione della piscina"

Piscina di Copparo. Pagnoni: “Centro supportato, epilogo non voluto”

di Redazione | 3 min

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Il sindaco di Copparo Fabrizio Pagnoni dice di voler “tralasciare la strumentalizzazione politica del Pd sulla grave situazione della piscina, dal momento che sono ‘sconcertanti’, quelle sì, le parole di chi è già stato amministratore e dovrebbe ben sapere quali sono gli atti e come funziona la normativa”.

Si sofferma invece su altri punti e ricorda che “il Centro Nuoto Copparo è stato supportato dall’Amministrazione comunale a fronte del Covid e dell’aumento dei costi energetici”. Non solo, “è stato sostenuto nell’affrontare le più stringenti condizioni della convenzione originaria, che prevedevano la scadenza nel 2026 e diminuzione del contributo, fino all’azzeramento al 31 dicembre 2023”.

“Il riequilibrio – spiega – ha infatti previsto il prolungamento della concessione fino al 2029 (il massimo possibile per legge) e la garanzia di un contributo annuo di 70mila euro dal 1° gennaio 2024, regolarmente versato. La cifra, proposta e sottoscritta dal Cnc, è stata avanzata dai loro consulenti e ritenuta congrua, tale da scongiurare situazioni di sofferenza, tanto che l’ultimo bilancio presentato, relativo al 2023, ha visto un disavanzo che è stato più che colmato dai 70mila euro. Il bilancio 2024 non è stato depositato”.

“La vigilanza sulla gestione del centro – prosegue – è stata ininterrotta, ma questa non poteva spingersi fino alla valutazione delle scelte gestionali compiute dalla società, che non è una partecipata. Ininterrotto è stato anche il supporto da parte delle strutture tecniche e degli amministratori”.

Parla di numerosi tentativi e proposte per “alleggerire la situazione finanziaria” una volta verificatesi le “prime difficoltà. A questi sono seguiti “numerosi incontri: l’ultimo mercoledì 15 ottobre” e “sono state convocate anche riunioni fondamentali con l’istituto di credito e dall’istituto di credito, a cui il Centro Nuoto non si è presentato”.

L’ultima di molte interlocuzioni con la banca, “per favorire il rientro” la data a giovedì 16 ottobre. “Addirittura – dice – l’Amministrazione non ha accolto il primo invito da parte dell’istituto, a inizio agosto, di attivare il pagamento del Comune garante in luogo del debitore, segnalando le conseguenze tragiche della risoluzione e chiedendo invece una preventiva e non prevista forma di escussione del debitore (contando sugli incassi della gestione estiva delle piscine più volte invocati dal Cnc). Nonostante ciò le rate mensili non pagate sono arrivate anche fino a sette”.

Si sofferma quindi sulla risoluzione del contratto: “I termini, dettati dall’iter della banca, sono stati rispettati e nulla è stato anticipato: è invece stata spiegata chiaramente la situazione. Che è questa: per l’Amministrazione la risoluzione non costituiva una facoltà (mai si sarebbe voluto arrivare a questo epilogo!), ma rappresentava un obbligo esplicito, inserito nel contratto e automatico per grave inadempimento della società. Poiché esisteva una clausola risolutiva espressa, non è stato possibile affrontare nessun’altra valutazione, neppure di interesse pubblico. Circa un affidamento temporaneo alla società decaduta, ugualmente non è contemplato dalla normativa perché viola i principi basilari dei contratti pubblici, a fronte di ciò che ha causato la risoluzione della nostra convenzione”.

Ultima precisazione sull’avviso della decadenza via pec. “La pec – spiega – è una normale e trasparente modalità di notifica di una comunicazione, che era stata anticipata verbalmente dagli uffici, i quali hanno diligentemente accompagnato l’iter. Non era possibile alcuna forma di preavviso o di dilazione temporale in quanto la decadenza è scattata nel momento in cui non è stato rispettato il termine della banca: ne è stato dunque dato atto al termine delle procedure necessarie”.

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