Economia e Lavoro
23 Ottobre 2025

Coldiretti Ferrara: le imprese agricole rivendicano la libertà di poter produrre

di Redazione | 4 min

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Aguscello. Dall’azienda agricola Lodi Riccardo ad Aguscello è ripartito martedì scorso il “tour orgoglio” di Coldiretti Ferrara, proseguendo con l’azienda Paltrinieri a Vigarano e che si chiuderà avendo raggiunto 20 tappe nel corso dell’anno.

“Un metodo di incontro con meno filtri e più facilità di esprimersi – ricorda il direttore Alessandro Visotti – che abbiamo pensato ed organizzato come occasione di incontro e di ascolto reciproco, in modo molto vicino ai soci, nei loro capannoni, attrezzati per l’occasione a sala di riunione, dove parlare in libertà dei temi puntuali del settore. Abbiano voluto ripartire con la prima delle 5 tappe finali da Ferrara, città capoluogo della provincia, ma raggiungeremo aziende in tutte le zone in cui siamo presenti in tutto il territorio, Vigarano Mainarda oggi pomeriggio, poi nei prossimi giorni Riva del Po e Massa Fiscaglia ed infine Voghiera”.

I nuovi appuntamenti del tour itinerante di Coldiretti hanno preso dunque avvio martedì 21 e si concluderanno giovedì 23 ottobre, toccando 20 realtà agricole associate a Coldiretti, con la partecipazione di tutti i soci interessati a poter dire la propria opinione ed ascoltare le ultime notizie dalla propria organizzazione di rappresentanza.

Al centro degli interventi, dopo gli spunti iniziali dei segretari di zona (Thomas Serafini per Ferrara e Alessandra Mariotti per Vigarano), su alcune iniziative messe in campo da Coldiretti, utilizzando anche materiale audiovisivo della “cartucciera” a partire dalla “battaglia del grano” delle scorse settimane, che ha portato all’accoglimento dei punti della piattaforma presentata al Governo e che deve ora trovare puntuale applicazione a partire dalla quotazione unica media nazionale a cura di una C.U.N., scardinando le logiche locali delle Borse Merci, alle modifiche alle Ocm ed alla Pac del Parlamento europeo, alla proroga per il quaderno di campagna digitale, hanno fatto seguito le discussioni su temi di urgenza e sostanza per le imprese del nostro territorio. Con una costante: la rivendicazione della libertà di poter produrre. Senza prodotto, hanno evidenziato gli agricoltori a più voci, anche prezzi più adeguati rispetto agli ultimi andamenti di mercato rischiano di non dare il reddito a chi lavora in campagna, con costi di produzione in aumento e spesso maggiori difficoltà, sia tecniche che burocratiche, che di contesto. Particolarmente sentito il problema della riduzione delle molecole a disposizione per la cura delle malattie delle piante, di fronte a nuove e vecchie avversità che si fanno più virulente, alle condizioni climatiche avverse, ai tempi lunghi per le risposte della pubblica amministrazione, ai risarcimenti ed al peso della macchina burocratica che a volte genera obblighi e non risponde alla finalità di sostenere effettivamente i redditi dei produttori, l’emergenza oggi è quella di poter riuscire a produrre e decidere in base alle proprie peculiarità d’impresa in quale mercato collocarsi e che strategie qualitative adottare.

Un confronto aperto, che ha dimostrato un desiderio di non arrendersi ma anzi di rilanciare, sottolineando che attraverso Coldiretti si sono fatti e si fanno passi avanti ma che occorre trovare spunti, progetti, azioni più incisive per riuscire a dare risposta nel senso più efficace, ovvero un reddito dignitoso che ripaghi del grande impegno e delle difficoltà che oggi il settore agricolo si trova a vivere.

Il direttore Alessandro Visotti nei suoi interventi di chiusura, oltre a ringraziare i soci per i fattivi contributi e ribadire i tratti distintivi di Coldiretti nell’approcciarsi alle questioni sollevate, ha riportato i risultati relativa alla nuova Pac come proposti dal Parlamento Europeo, che vanno nel senso di una semplificazione della gestione normativa ed in campo per le imprese al di sotto dei 50 ettari, così come per i piccoli produttori e per le aziende biologiche  o in conversione che dovrebbero evitare doppioni di impegni e di burocrazia rispetto al metodo produttivo, all’affermazione della necessità della forma scritta per i contratti di vendita, con la naturale conseguenza di poter adire al decreto sulle pratiche sleali in caso di inottemperanza, al perdurante impegno, anche se a volte in solitaria, rispetto alla fauna selvatica ed alle nutrie in particolare, che ancora è un tema aperto che ci appresta ad ulteriormente aggredire, anche in modo eclatante, considerato che nonostante i proclami della Provincia in merito ai coadiutori impegnati (345, più altri 400, che in realtà risultano operativi in poche decine ed i problemi legati alla presenza di questo animale persistono), alla presentazione di una puntuale ricognizione per i danni da cimice per l’annata che si sta concludendo, a fronte di danni rilevanti, così come per l’uso in emergenza di molecole necessarie alla cura delle piante per poter ottenere la giusta produzione, palesando che è stato fatto un elenco preciso che sarà discusso in sede del Ministero della Salute e seguito in prima persona dai rappresentanti di Coldiretti del nostro territorio. Territorio e temi locali che sono anche al centro dell’impegno nazionale dell’organizzazione, con temi e situazioni che sono di pertinenza nazionale se non europea (citando la presenza del presidente Prandini più volte la settimana a Bruxelles per seguire le partite più delicate), ma altre che spettano ai territori, alle regioni ed anche alle provincie, e che nella logica della mobilitazione permanente, figlia del disordine virtuoso che necessita alla salvaguardia dell’eccezionalismo agricolo, e che deve toccare l’intera organizzazione, sia la struttura sia la dirigenza come tutti i soci, cogliendo e facendo propria la richiesta degli agricoltori di azioni concrete ed incisive.

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