Attualità
23 Ottobre 2025
Il 27 ottobre a Bologna la “Marcia per la Sanità” per denunciare la crisi del sistema pubblico e chiedere condizioni dignitose per i lavoratori del comparto

Fials conferma lo sciopero regionale della sanità: “O si cambia rotta o la sanità pubblica muore”

di Redazione | 2 min

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Giovedì 23 ottobre alle ore 18, nel chiostro di Santa Maria in Vado, il Forum Ferrara Partecipata organizza un incontro aperto ai residenti del quartiere medioevale e a tutti i cittadini interessati. L’obiettivo è quello di avviare un confronto pubblico sui problemi della mobilità e sulla “mancata estensione della Ztl”

La Segreteria provinciale Fials di Ferrara conferma lo sciopero regionale di 24 ore del comparto sanità previsto per il 27 ottobre, dalle 7 del mattino fino alle 7 del giorno successivo.

Nella stessa giornata, a Bologna, si terrà una “grande manifestazione organizzata dalla Segreteria Regionale Fials”, definita come una “Marcia per la Sanità” con partenza alle ore 10 dall’Arco del Meloncello, diretta verso il santuario di San Luca.

L’iniziativa coinvolgerà lavoratori e cittadini che chiedono “una sanità che funzioni, una sanità più sicura, per rendere le professioni sanitarie più attrattive, per frenare la fuga dei professionisti”, perché, come sottolinea il comunicato, “senza attrattività non c’è futuro per la sanità”.

Al centro della mobilitazione c’è la denuncia di una profonda crisi della sanità pubblica regionale, “travolta da debiti, tagli ed esternalizzazioni”, in un contesto in cui il sistema viene definito “al collasso”.

Negli ultimi vent’anni, infatti, “sono stati tagliati oltre 4.000 posti letto pubblici, mentre il privato accreditato è cresciuto fino a rappresentare oltre il 24% dei posti letto regionali”.

Solo nell’ultimo anno, riferisce la Fials, la Regione Emilia-Romnagna ha stanziato oltre 330 milioni di euro per le strutture private accreditate, lasciando gli ospedali pubblici “in sofferenza”. Secondo il rapporto Oasi, “la spesa per il privato è cresciuta del 6,7% (2019-2023) contro il +1,9% del Ssn, un trend che evidenzia “uno spostamento di risorse dal pubblico al privato, mentre i cittadini rinunciano alle cure”.

La situazione è particolarmente grave nel settore dell’emergenza-urgenza, dove “le Centrali Operative sono sotto organico, i mezzi di emergenza obsoleti e operatori, infermieri e autisti soccorritori stremati e vittime di aggressioni”.

La Fials punta il dito anche contro le politiche del personale, denunciando “doppi turni e rientri forzati nei giorni di riposo, straordinari e prestazioni aggiuntive, assenza di incedntivazioni economiche, carichi di lavoro insostenibili”. Una condizione che spinge molti professionisti – infermieri, Oss, ostetriche e tecnici sanitari – a licenziarsi o ad abbandonare la professione.

Per invertire la rotta, il sindacato chiede “incentivi economici reali, condizioni di lavoro dignitose, benessere organizzativo e stop al “burnout”, oltre a “percorsi di carriera trasparenti” e “campagne di sensibilizzazione per i giovani”.

Secondo la Segreteria provinciale, “anche la Regione deve fare la sua parte: serve un segnale forte, servono ulteriori risorse economiche”, perché “la Regione ha dimenticato chi fa funzionare i servizi territoriali e gli ospedali”.

La conclusione del comunicato, firmato dalla segretaria generale territoriale Mirella Boschetti, è un appello netto: “O si cambia rotta o la Sanità Pubblica muore”.

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