La Cassazione ha rigettato il ricorso della procura di Ferrara per il sequestro dei macachi che erano stati utilizzati dall’Università di Ferrara per sperimentazioni scientifiche.
Il pm Andrea Maggioni aveva chiesto agli ermellini di rigettare l’ordinanza del Tribunale del riesame che aveva cassato la richiesta di sequestro preventivo dei primati.
La prima istanza era partita dall’avvocato David Zanforlini che, per conto di Animal Liberation e LImav Italia, chiedeva la misura sulla base della consulenza tecnica del dottor Enrico Chisari disposta dal magistrato titolare del fascicolo.
La documentazione dello specialista lascerebbe aperto il campo alle ipotesi – ovviamente tutte da verificare – di maltrattamento di animali e di uccisione di animali, facendo riferimento in quest’ultima fattispecie alla scoperta, avvenuta grazie a un sopralluogo del consulente nella struttura universitaria, della soppressione di Orazio, unico primate dello stabulario sottoposto a sperimentazione, avvenuta durante l’estate del 2023.
Da Roma però la suprema corte ha cassato la richiesta. Già il sostituto procuratore generale Pietro Molino aveva chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso. Il motivo si fondava sulla mancanza della prova del protrarsi della condizione di maltrattamento degli animali, dal momento che i macachi Clarabella, Eddi, Cleopatra, Cesare e Archimede erano già stati trasferiti dallo stesso ateneo in un centro di recupero specializzato nel sud della Spagna.
E infatti la sezione terza della Cassazione, nell’udienza in camera di consiglio del 15 ottobre ha dichiarato inammissibile il ricorso.
Il fascicolo pendente in procura, aperto sull’ipotesi di maltrattamento di animali, vede al momento indagati la rettrice Laura Ramaciotti, il suo predecessore Giorgio Zauli, il professor Luciano Fadiga e il veterinario Ludovico Scenna.
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