Vigarano. “Ci diano i documenti richiesti, per rispetto dei cittadini e del ruolo che ricopriamo”. A chiederlo sono Emanuele Plebiscito e Agnese De Michele, consiglieri di minoranza nel Comune di Vigarano.
“Sono trascorse tre settimane – spiegano – dal Consiglio comunale del 29 settembre, quando il sindaco ha dichiarato di essere in possesso di alcuni atti notarili che proverebbero la proprietà privata di un tratto della via Aldo Moro, senza tuttavia produrli materialmente, cosa che invece avevamo esplicitamente richiesto con la nostra interrogazione consigliare”.
Raccontano quindi che “per verificare la veridicità delle dichiarazioni rese dal sindaco in Consiglio comunale – e quindi assolvere ai nostri obblighi di vigilanza sulla corretta gestione amministrativa dell’ente locale – siamo stati costretti a presentare una formale richiesta di accesso agli atti al fine di acquisire quei documenti”.
“Nel nostro ordinamento – aggiungono – vige infatti la cosiddetta presunzione di demanialità: le strade si presumono pubbliche fino a prova contraria. Spetta quindi all’ente locale fornire elementi che dimostrino la proprietà privata di quel tratto di strada, un principio più volte ribadito dalla Suprema Corte di Cassazione. Pertanto, fino a prova contraria, la via Aldo Moro, nella sua interezza, deve considerarsi a tutti gli effetti una strada pubblica, cosa peraltro già confermata dal Catasto di Ferrara. A distanza di tre settimane dalla nostra richiesta, tuttavia, quei documenti citati dal Sindaco nel Consiglio comunale non ci sono stati ancora rilasciati. Eppure la Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi ha più volte ribadito che l’accesso deve essere garantito nei tempi più celeri e ragionevoli possibili, così da consentire ai Consiglieri di esercitare concretamente il proprio mandato, come previsto dal Testo Unico degli Enti Locali”.
“Riteniamo – concludono – che questo ritardo non risponda ai criteri di celerità e ragionevolezza stabiliti dalla Commissione e sollevi dubbi più che legittimi sulla reale volontà di consentirci di svolgere il nostro dovere istituzionale. Tanto più se si considera che quei documenti non devono essere recuperati da vecchi e polverosi archivi, poiché – come dichiarato dallo stesso sindaco – erano stati oggetto di una recente e approfondita ricerca solo pochi giorni prima da parte degli uffici competenti”.
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