Il pronunciamento del Tar Emilia-Romagna ha chiuso, almeno per ora, una delle vicende ambientali più discusse degli ultimi mesi: il ricorso del Comune di Ferrara contro l’impianto di biometano di Gaibanella è stato dichiarato irricevibile per tardiva presentazione. La notizia ha immediatamente acceso nuove polemiche politiche e civiche.
Il Coordinamento Provinciale dei Comitati NoBiogas/Biometano e la Rete Giustizia Climatica Ferrara, in una nota diffusa dopo la decisione del Tar, parlano senza mezzi termini di una situazione “incomprensibile e inaccettabile”. Secondo gli attivisti, “il ricorso del Comune di Ferrara non è mai stato reso pubblico e, quindi, non è dato conoscere le motivazioni che, secondo i promotori della protesta, conferma l’idea di “partecipazione” che l’Amministrazione “continua a mostare” in queste vicende.
Ma è soprattutto il ritardo nella presentazione del ricorso a sollevare le critiche più dure. “Non si può certamente invocare come scusante il dimezzamento dei tempi per i ricorsi al Tar sugli impianti che usufruiscono dei finanziamenti Pnrr”, affermano le associazioni, sottolineando che la norma era ben nota e non giustifica il passo falso procedurale.
Un errore che, per i comitati, ha conseguenze non solo politiche ma anche economiche: “Questo ritardo ingiustificato, oltre a evidenziare lo spreco di soldi pubblici – quanto è costato l’onorario riconosciuto al legale per la sua redazione? – fa emergere come l’Amministrazione comunale si sia mossa in termini assolutamente incomprensibili e inaccettabili”.
Il Coordinamento ricorda inoltre l’apparente contraddizione fra le dichiarazioni pubbliche e gli atti concreti: “Dapprima il Consiglio comunale, all’unanimità, decide di opporsi all’autorizzazione dell’impianto, poi il sindaco si presenta alla Conferenza dei servizi per annunciare la forte opposizione dell’Amministrazione e, successivamente, proclama di ricorrere al Tar. A fronte del ritardo con cui esso è stato fatto, non si può che trarre una conclusione: o l’Amministrazione si è mossa in modo del tutto incompetente e dilettantesco, oppure siamo di fronte ad una scelta voluta”.
La chiusura del comunicato è lapidaria: “Lasciamo ai cittadini giudicare quale sia l’ipotesi corretta, sapendo che comunque sia l’insipienza che la lingua biforcuta sono un grave peccato per chi dovrebbe guardare alla tutela dell’interesse pubblico”.
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