Attualità
19 Ottobre 2025
"Quella di estense.com fu un’entrata forte nel mondo dell’informazione e per il caso di Federico lo fu veramente"

Gli auguri di Lino Aldrovandi: “Grazie Marco di esserci stato e di esserci ancora”

(Foto di Riccardo Giori)
di Redazione | 4 min

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Anche la senatrice Ilaria Cucchi, impossibilitata a presenziare alle celebrazioni dei vent’anni di estense.com per le gravi - poi dimostratesi fatali - condizioni del padre, ha voluto lasciare la propria testimonianza e far giungere il proprio ringraziamento alla redazione e al direttore Marco Zavagli

di Tommaso Piacentini

Alle celebrazioni per i 20 anni di estense.com è intervenuto anche Lino Aldrovandi, padre di Federico Aldrovandi, la cui vita venne spezzata proprio a breve distanza dalla nascita del primo quotidiano online della città. Un momento di profonda commozione, in cui è stata ribadita l’importanza della ricerca della verità e il ruolo che i giornalisti, tra cui lo stesso direttore Marco Zavagli, hanno avuto nel cercare di rompere il muro di gomma attorno al caso.

“Nel 2005 – ha esordito Lino -. Vent’anni fa nasceva estense.com, il primo quotidiano online di Ferrara. Pochi mesi dopo, il 25 settembre, accadeva qualcosa di terribile in una via di questa città. In via Ippodromo l’uccisione di un ragazzo, un ragazzo di 18 anni. Mio figlio, Federico Aldrovandi”.

“Moriva ucciso all’alba di un’assurda domenica mattina . continua il racconto del padre -. Ucciso senza una ragione, così dissero alla sentenza di condanna, da quattro persone con una divisa addosso. Come tutti ormai sanno fu difficile arrivare a conoscere la verità, o almeno una parte di essa”.

Una verità che, tuttavia, non poteva rimanere nell’ombra: “Il 2 gennaio 2006, dopo che per 4 mesi di silenzio, sia da parte di chi aveva il dovere di indagare che di informare, perseverava imperante, Patrizia aprì un blog sul web e scrisse una lettera. Quella lettera squarciò quel fastidioso muro del silenzio. La gente, soprattutto i mass media, cominciarono ad avvicinarsi, a porsi delle domande per avere delle risposte”.

Arrivarono così i giornalisti: “Non posso sottacere che i primi ad arrivare per porsi delle domande furono Checchino Antonini, che a quel tempo lavorava al quotidiano ‘Liberazione’ di cui era direttore Piero Sansonetti, poi Cinzia Gubbini de ‘Il Manifesto’, poi Dean Bulletti del programma di Rai 3 ‘Chi l’ha visto?’ di Federica Sciarelli, a cui seguirono tanti altri. Ma insieme a questi giornalisti, all’inizio di questa storia che andava informata, ce n’era anche un altro: Marco Zavagli, con la sua creatura estense.com”.

“Quella di estense.com fu un’entrata forte nel mondo dell’informazione – ha proseguito Lino – e per il caso di Federico lo fu veramente e, come ha scritto Marco, lo fece e lo continua a fare, oltre che con passione, con fare irriverente, senza preconcetti, senza schieramenti, senza travisamenti della realtà, libero da vincoli, spazi e padroni. Il tutto con uno scopo: di avvicinarsi il più possibile alla verità”.

Una verità che, sebbene intralciata, verrà comunque a galla con le sue conseguenze: “Il coraggio di scrivere la verità, sebbene si tenti di soffocarla anche attentando alla vita dei giornalisti, ha però un costo, sia in termini giudiziari che di notti insonni. Vero Marco?”.

“Grato e lusingato dell’invito di estense.com – ha proseguito Lino – di essere qui con autorità, giornalisti e cittadini nella speranza che ognuno, in qualunque ruolo occupi, si adoperi sempre per fare il proprio dovere, con correttezza e onestà intellettuale, magari ponendosi nello stesso modo ad esempio verso i giovani, il nostro futuro”.

In conclusione, Lino Aldrovandi ha voluto citare le parole con cui lo stesso direttore di estense.com si presentava a ‘Il Fatto Quotidiano’, in quanto “rendono bene l’idea di chi sia lui”: “Sono nato nel 1974 a Ferrara, da dove non mi sono più spostato, salvo un anno in Scandinavia. Qui mi chiedevano come si potesse vivere tutta la vita in una città di provincia. Rispondevo che quando il riccio attraversa la strada e viene abbagliato dai fari delle auto si immobilizza. Rimane stordito. E viene investito. Per non correre il rischio rimango sul ciglio. Forse un po’ stordito. Ma osservo”.

“In una città di provincia si vive al rallentatore – continua la presentazione letta dal padre di Federico -. A volte un evento fa breccia nella quotidianità. Come la morte di un ragazzo di 18 anni. A una manifestazione in questa città di provincia, organizzata per chiedere che i responsabili della sua uccisione venissero processati, c’erano ottomila persone. Provenivano quasi tutti dall’altra parte della strada. Tra loro c’era un ragazzo con una maglietta con sopra una frase di Brecht. La menzogna si scrive col sangue, per la verità basta linchiostro”. Basta l’inchiostro. Forse per questo sono contento di essere un giornalista in una città di provincia. Nessuno può togliermi l’inchiostro. Così scrivo. Sul ciglio della strada osservo e scrivo. Pensando a quella maglietta. E a quel ragazzo. Che ero io’.

Infine, un ringraziamento di Lino Aldrovandi a Zavagli: “Grazie Marco di esserci stato e di esserci ancora, che la storia di Federico la conosce benissimo anche per aver lottato con quei poteri forti di allora, e grazie per aver dato quindi voce, con quell’inchiostro di verità, a Federico in questi vent’anni, protagonista e vittima suo malgrado di una storia maledetta”.

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