Rete Pace Ferrara sarà di nuovo in piazza Cattedrale venerdì 17 ottobre, dalle 17.30 alle 19. Il presidio affronterà, attraverso letture e interventi, due temi: la liberazione di prigionieri palestinesi o israeliani tutt’ora nelle carceri di Israele e un approfondimento sulle responsabilità del Governo italiano.
“Si inizierà – spiegano – con gli appelli per la liberazione dei prigionieri politici palestinesi come Marwan Barghouti e il pediatra di Gaza Abu Safiya, ma anche dei giovani israeliani che hanno rifiutato di partecipare al genocidio e che sono detenuti nelle carceri di Israele. Il secondo tema sarà un approfondimento sulle responsabilità del Governo italiano nell’import-export di armi a e da Israele e sulla necessità di impedire che la legge 185/90 venga svuotata di valore”.
Durante il presidio sarà anche possibile aderire alla Campagna di Obiezione alle spese militari. “Rete Pace Ferrara – scrivono – continua la mobilitazione nella consapevolezza che, purtroppo, la pace vera è ancora lontana. È un sollievo grande che a Gaza i civili non vengano più bombardati dall’esercito israeliano, che non venga più bombardato quel deserto nel quale hanno ridotto Gaza”.
“La propaganda oggi – proseguono – racconta che è tutto finito, che va tutto bene. Per silenziare la richiesta di una pace vera e giusta. Perché l’attenzione si sposti dalla Palestina. Ma una pace che non cita la nascita dello Stato di Palestina, che non interviene sull’occupazione illegale da parte di Israele della Cisgiordania e di Gerusalemme Est, non è una pace vera e stabile”.
Spiegano infatti che “in Cisgiordania e a Gerusalemme Est non sono cessate le violenze di coloni ed esercito israeliano nemmeno durante le trattative”.
Ed è anche per questo che ritengono “indispensabile che continui la mobilitazione che ha portato al successo degli scioperi generali del 22 settembre e del 3 ottobre e un milione di persone a manifestare pacificamente a Roma sabato 4”.
“A Gaza – aggiungono – le persone continuano a morire di fame e di mancanza di assistenza sanitaria. Bisogna fare in fretta e per l’ONU non sarà facile ripristinare un sistema di aiuti che Israele ha scelto di distruggere. Aiuti che Israele continua a usare come un’arma, aprendo e chiudendo i valichi”.
“Stop al genocidio, fine dell’occupazione e dell’apartheid, riconoscimento dello Stato di Palestina e del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese – ribadiscono – sono gli obiettivi al centro dell’azione del movimento che è cresciuto in tutto il mondo”.
“In questo contesto – concludono – la Rete per la Pace di Ferrara continua nel proprio impegno a tenere alta l’attenzione sull’evolversi della situazione e sulle possibilità di azione da parte dei cittadini ferraresi per sostenere la causa del popolo palestinese”.
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