Occhiobello
16 Ottobre 2025
Una matinée sulle insidie tecnologiche all’Auditorium per le prime medie dell’Ic Occhiobello

“Codice Pin:occhio”. Debutta con successo lo spettacolo di Pantakin

di Redazione | 3 min

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Occhiobello. Un debutto esperienziale per lo spettacolo “Codice Pin:occhio” della compagnia Pantakin da Venezia, che si è esibita ieri mattina 14 ottobre, per le cinque classi prime delle secondarie di primo grado dell’Ic Occhiobello. All’auditorium di Santa Maria Maddalena era in programma la seconda data della rassegna “Il teatro siete Voi 2025- Come nelle favole”, la cui direzione artistica di Irene Lissandrin propone anche quest’anno una speciale sezione del cartellone dedicata alle scuole del Polesine.

I ringraziamenti di rito sono stati portati dall’assessore alla Cultura di Occhiobello Marica Distasio, che ha menzionato ViviRovigo, Arteven, Regione Veneto, Provincia di Rovigo, i saluti del sindaco Irene Bononi, ma che si è indirizzata soprattutto ai ragazzi. “Spero che questo primo mese di scuola sia andato bene – ha detto l’assessore – È un passaggio importante. La scuola media ha delle difficoltà in più, ma vedetela come un supporto alla vostra vita, come anche il Comune è un supporto per voi. Lo spettacolo di oggi vuole essere un benvenuto in questo nuovo ciclo”. Per Arteven c’era Beatrice Venturin che ha ringraziato soprattutto “Il comune di Occhiobello e gli altri 21 comuni che partecipano a questo ricchissimo calendario che porterà il teatro in giro per il Polesine”. La direttrice artistica Irene Lissandrin ha provocato subito la platea con domande che hanno messo in rilievo che la maggioranza dei ragazzi è già stata a teatro, e che la maggior parte lo è stata proprio con la scuola. In una tempesta di idee su cosa sia il teatro sono arrivate subito le parole “emozioni”, “divertimento”, “arte”.

Davvero artistico questo ultimo lavoro di Pantakin, “Codice Pin:occhio”, dedicato alle nuove tecnologie sia nel testo che nella scenografia: sorprendente il mega schermo di uno smartphone dove scorrono dialoghi in tempo reale, video ed immagini a corredo delle scene, opera di Elia Risato; ma anche più sbalorditiva la presenza di “Pinocchio 2.0” un vero robot, con la testa tonda e il naso appuntito del celebre burattino, comandato da telefoni dietro le quinte, che si illumina e si muove, opera di una startup di Alessandria, formata da Francesco Baldassare e Valeria Cagnina. Regia di Emanuele Pasqualini; testo di Marco Mattiazzo; in scena Matteo Campagnol nei panni di un Pinocchio cresciuto super tecnologico e iper social, che dovrà cercare il suo robottino fuggito, incontrando così vecchi e nuovi personaggi: bellissima la Fatina con le ali luminose, sinistri il Gatto e la Volpe con videomaschere, iper popolare la Mangiafuoco in un Ted show. Sempre la poliedrica Irene Silvestri a prestare corpo e voce a questi personaggi, come anche la vocetta di Pinocchio 2.0. Non manca l’Intelligenza artificiale Cricket (Grillo) che è poi la platea dei ragazzi che rispondono alle domande di Pinocchio; l’”impossibile enigma” posto da Denteblu (Bluetooth); la call con l’assistenza tecnica; il Paese dei Videobalocchidove dove Lucignolo diventa un bradipo ; il Deep web dove si scambiano bitcoin e armi. Ma alla fine Pinocchio si riappropria della coscienza e del proprio tempo. Quando finalmente si risveglia a casa e capisce che tutto è stato un terribile sogno, decide di rinunciare ai videogiochi e di farsi una passeggiata all’aria aperta col suo Pinocchio 2.0. Una valanga di domande ha accolto il post spettacolo e tantissima curiosità sui mezzi tecnici impiegati dalla compagnia.

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