Sono in molti ad esprimere sostegno alla consigliera Anna Zonari dopo le parole che le avrebbe rivolto il sindaco Alan Fabbri durante la presentazione del suo odg “Per la pace, la legalità internazionale e la fine dell’economia del genocidio”.
Consiglieri, esponenti politici ma anche tanti comuni cittadini scelgono di esprimere la propria solidarietà dopo che durante il Consiglio comunale del 13 ottobre il sindaco Alan Fabbri le avrebbe detto: “Comunista di me**a”.
Tra i tanti messaggi pubblici arrivati quelli di Ferrara Possibile, Arianna Poli e Coalizione Civica, Alleanza Verdi Sinistra, Ilaria Baraldi, il Partito Democratico, La Comune di Ferrara e Fabio Anselmo.
“Indipendentemente da come la si pensi sulla mozione da lei presentata – scrive in una nota il Pd -, non è accettabile che un sindaco reagisca con insulti personali a un intervento politico”.
“Oltre ai sorrisi dei selfie e dei momenti conviviali il sindaco di Ferrara è anche questo – scrive Ferrara Possibile -. I ferraresi hanno eletto un sindaco che s’innervosisce e abbandona un consiglio comunale perché c’è un ordine del giorno anacronistico (a detta del sindaco)”.
“Del tutto inaccettabile” lo definisce invece Fabio Anselmo. “Mentre la collega parlava con la consueta moderazione – spiega -, veniva ripetutamente interrotta dal sindaco Alan Fabbri il quale, non contento, si alzava platealmente voltando le spalle alla collega che stava esercitando la sua funzione, per abbandonare l’aula proferendo nei suoi confronti l’epiteto ‘comunista di me**a’ come lei stessa ha denunciato in aula”.
“È un’immagine – aggiunge – che, insieme a quella della sua discesa nell’arena durante il consiglio interrotto per la protesta dei Pro-Pal, evoca quelle del suo collega di Terni. Non credo sia cosa buona”.
Per il Pd è invece ora di smettere “di giustificare l’odio politico” e “le istituzioni devono essere luogo di esempio, non di offesa”. Durante i Consigli comunali “si deve dimostrare che il confronto può essere fermo ma rispettoso, anche tra posizioni differenti”.
“Essere sindaco – aggiungono – significa esserlo di tutte e tutti. La violenza verbale è segno di debolezza. Chi governa una comunità ha il dovere di mantenere equilibrio e rispetto. Stiamo con chi sceglie la via della pace, del confronto e della democrazia”.
“Un raro esempio di politica alta, capace di tenere insieme pace, legalità e responsabilità economica – scrive La Comune di Ferrara -. Le parole di Zonari recuperano lo spirito originario della Costituzione italiana e degli organismi internazionali nati dal dopoguerra: la pace come dovere istituzionale, non come bandiera di parte”.
“Che un discorso così civile e documentato – aggiungono -, sempre nei toni gentili che contraddistinguono la consigliera, venga accolto con insulti è segno del livello di degrado del linguaggio politico, non certo della sua forza.
La vera risposta all’offesa è già nelle sue parole: la fermezza, la conoscenza, la coerenza con i valori democratici universali”.
Laconico infine il commento di Arianna Poli, ripreso da Coalizione Civica di cui fa parte: “Fecero un deserto e lo chiamarono pace”.
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