L’economia ferrarese risente del peggiorato scenario globale: l’aumento delle barriere tariffarie e non tariffarie pesa sulle prospettive degli scambi, gli ostacoli al libero commercio internazionale non provengono soltanto dalla politica commerciale Usa, ma interessano la maggior parte dei Paesi (nei primi otto mesi del 2025 le misure protezionistiche varate nel mondo sono ai massimi), l’indice di incertezza delle politiche economiche a livello globale resta su livelli elevatissimi.
Penalizzata da tale difficile contesto globale ed europeo, la crescita del valore aggiunto in provincia di Ferrara, secondo gli scenari delineati da Prometeia, registrerà un incremento pari a +0,4% nel 2025 (a fronte del -0,2% del 2024), per poi accelerare di poco nel 2026, a +0,9%. Valore aggiunto provinciale, dunque, che, pur rimanendo di quattordici punti percentuali inferiore al picco toccato nel 2007, prima della crisi finanziaria, nel 2025 supererà la media degli ultimi quattro anni con 8,5 miliardi di euro. Questi i dati principali diffusi l’8 ottobre scorso, alla presenza di Guido Caselli, direttore del Centro Studi di Unioncamere Emilia Romagna, dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara Ravenna.
“Digitale, geopolitica, sostenibilità sono parole chiave che stanno rivoluzionando il modo di fare impresa. È questo il retroscena di una parola sola: innovazione. Termine che spesso leghiamo al solo risvolto tecnologico o di prodotto, ma che in realtà cela tutta una serie di percorsi che le nostre imprese stanno affrontando su più tematiche contemporaneamente”. Così Paolo Govoni, vice presidente della Camera di commercio di Ferrara Ravenna, che ha aggiunto: “Serve innovare per rimanere competitivi, ma per innovare serve investire e per investire non serve solo credito in termini di risorse, ma credito in termini di fiducia e di condivisione di progetti. Dobbiamo sostenere la vocazione all’investimento delle nostre imprese che, anche in questo lungo periodo di stagnazione della crescita, non sta venendo meno, come dimostrano i dati del nostro Osservatorio che prevedono, nel corso del 2025, un aumento di 4 punti percentuali delle imprese del territorio che investiranno in sostenibilità, di 2 punti percentuali quelle che investiranno in digitalizzazione, di 13 punti percentuali quelle che investiranno nell’applicazione in azienda di strumenti di intelligenza artificiale”.
L’analisi settoriale condotta dalla Camera di commercio rivela un quadro disomogeneo, con alcuni comparti in recupero e altri in netta difficoltà. Per l’industria manifatturiera prosegue la fase di debolezza iniziata nel 2023. La produzione nel secondo trimestre del 2025, secondo l’indagine congiunturale del sistema camerale, ha registrato un’ulteriore flessione del -2,8%, un dato peggiore della media regionale (-1,4%), ma la caduta pare rallentata rispetto a quanto registrato negli ultimi sette trimestri. In contrazione più accentuata il settore artigiano, con un calo della produzione del -3,6%. Un segnale positivo arriva dagli ordinativi esteri, che segnano un +9,0%, trainati dalle imprese più grandi. Le previsioni per il prossimo trimestre restano tuttavia orientate alla prudenza. Dopo anni di forte crescita, il settore delle costruzioni è entrato in una fase di contrazione. Il volume d’affari nel secondo trimestre 2025 è calato del 4,2%, un arretramento causato dalla revisione dei bonus edilizi e dall’alto costo dei finanziamenti. Particolarmente colpite le imprese artigiane, che registrano una flessione del volume d’affari del -7,1%, mentre per le imprese più strutturate con almeno 10 dipendenti non si registrano diminuzioni nel volume d’affari e neppure ritiri dal mercato. Le previsioni relative al valore aggiunto prodotto dal settore indicano un peggioramento nel 2026, con un calo stimato del -4,4%.
Le vendite al dettaglio, nella primavera 2025, hanno mostrato una lievissima ripresa nominale (+0,2%). Tuttavia, considerando un’inflazione al consumo attorno al 2,4%, le vendite in termini reali risultano in calo. Si accentuano i diversi comportamenti dei consumatori: crescono le vendite dello specializzato alimentare (+7,7%) e di iper e supermercati (+4,4%), mentre il dettaglio specializzato non alimentare ha subito una contrazione (-3,9%). Per quanto riguarda il commercio internazionale, l’export ferrarese segna una contrazione nel primo semestre 2025 (-1,1%), con un secondo trimestre particolarmente negativo (-7,2%). A pesare è soprattutto il crollo delle vendite di macchinari (-18,1%), in particolare verso gli Stati Uniti (-21,5%). In controtendenza positiva sono le esportazioni dei prodotti chimici (+9,4%) e dei prodotti agricoli (+18%), i cui incrementi non sono sufficienti a compensare le contrazioni degli altri comparti. La Germania è tornata ad essere il primo partner commerciale, nonostante un lieve calo, mentre la Francia registra una crescita notevole (+22%), diventando il secondo mercato di destinazione. Al terzo posto si collocano gli USA con un valore poco superiore alla metà di quanto esportato in Germania. A proposito dello slittamento di posizione del mercato statunitense provocato dai recenti dazi, l’Ente camerale ha segnalato che sono state 151 le imprese ferraresi che hanno esportato nel 2024 verso gli Stati Uniti per 281 milioni di euro. Considerando una percentuale media di dazi al 15%, il loro valore varrebbe 42 milioni di euro. Per quanto riguarda invece l’intensità di esportazione su questo mercato, sono 47 le imprese ferraresi che esportano più del 50 per cento del proprio export verso il mercato americano, di queste 35 esportano più del 90 per cento. L’export delle 47 imprese vale 118 milioni. Ma l’impatto diventa più significativo se rapportato al fatturato: per 69 imprese esportatrici negli USA il mercato americano vale meno dell’1% del proprio fatturato complessivo (estero e interno). Per 22 vale una quota tra il 10 e il 25 per cento del fatturato, per 7 vale oltre il 25 per cento. Le 22 esportano per 70 milioni, le 7 per 189 milioni.
I dati di fonte regionale relativi al turismo nei primi otto mesi del 2025, al confronto con lo stesso periodo del 2024, segnano un trend positivo in termini di arrivi (+4,0%), mentre il numero di pernottamenti complessivo registra un leggero calo (-1,2%). Il confronto tra i territori comunali, si differenzia in particolare per la contrazione di presenze solo sui Lidi di Comacchio (sia nazionali che straniere), mentre in città sono cresciuti tutte le tipologie di turisti, ma non i pernottamenti nazionali.
Nei primi sei mesi del 2025 le ore di cassa integrazione sono aumentate del 37,7% rispetto allo stesso periodo del 2024, con una crescita concentrata nel secondo trimestre. Secondo il sistema Excelsior persiste un’elevata difficoltà di reperimento di personale per le imprese, segnalata nel 51,5% dei casi, con punte per operai specializzati e tecnici della salute. Per Prometeia, infine, il tasso di disoccupazione provinciale è previsto in aumento nel 2025, salendo al 5,9% dal 4,9% del 2024, a causa di una crescita delle forze di lavoro superiore a quella degli occupati.
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