Ostellato. È arrivata una condanna in primo grado a quattro anni e due mesi di carcere per il topo d’appartamento finito a processo con l’accusa di furto. L’uomo, insieme ad altri complici, nel marzo del 2019 aveva svaligiato due abitazioni di Dogato, frazione di Ostellato, riuscendo a portare via, in una delle due circostanze finite successivamente al centro dell’indagine, circa 2.500 euro di monili preziosi, approfittando della momentanea assenza del padrone di casa, che poi denunciò tutto ai carabinieri.
La vicenda risaliva al 14 marzo 2019 e ieri (venerdì 10 ottobre) mattina – a oltre sei anni di distanza da quei fatti – il tribunale di Ferrara è arrivato a una prima verità.
Quel giorno di fine inverno, a dare l’allarme era stato il vicino di casa di una delle due vittime, che aveva notato alcuni movimenti sospetti nell’abitazione accanto alla propria, mentre il proprietario era assente. Quando quest’ultimo era rientrato aveva poi trovato la porta d’ingresso forzata e la casa messa a soqquadro. Nel frattempo, i ladri erano fuggiti a bordo di una Ford Focus di colore verde, rintracciata – poche ore dopo la denuncia sporta dal cittadino derubato – in un fosso.
All’interno, oltre alla refurtiva, anche un telefono cellulare diventato determinante per le indagini.
Dagli accertamenti effettuati tramite i tabulati telefonici, infatti, erano emerse chiamate al numero dell’imputato, successivamente individuato come possibile autore dei furti. A rafforzare l’accusa era arrivata poi una ripresa delle telecamere di un bar di Dogato, che mostrava l’uomo con un bernoccolo in fronte mentre usava un telefono. Parallelamente, i carabinieri avevano incrociato i dati dei tabulati con le registrazioni delle telecamere della stazione ferroviaria, dove le celle lo avevano agganciato.
I militari avevano quindi avuto un ulteriore conferma che quel giorno l’uomo era a Dogato e che era andato in stazione dove, successivamente, aveva preso un treno.
A consolidare ulteriormente il quadro indiziario erano stati poi alcuni testimoni che, chiamati a visionare le immagini segnaletiche del sospettato, lo avevano riconosciuto fotograficamente. Oltre ai due furti in abitazione, l’imputato – che era difeso dall’avvocato Peppino Brugnano di Bologna – doveva anche rispondere del furto di una bicicletta, che aveva utilizzato per scappare e raggiungere la stazione ferroviaria, e che la legittima proprietaria aveva successivamente riconosciuto come propria.
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