di Tommaso Vissoli
Dopo l’annuncio ello storico accordo di pace tra Israele e Hamas, l’emozione ha attraversato il mondo intero. Anche a Ferrara, dove la notizia è stata accolta con sentimenti di speranza e prudenza. Abbiamo raccolto le parole di Fortunato Arbib, capo della Comunità Ebraica ferrarese.
Arbib, come ha accolto la notizia della pace tra Israele e Hamas annunciata nella notte?
“L’emozione è stata grande. La notizia è stata accolta con gioia, ma anche con un certo senso di scetticismo, perché dopo tanti anni è la prima volta che sembra arrivare una vera pace, quella che tutti noi desideriamo”.
Ritiene che questo accordo rappresenti una svolta storica, oppure teme che possa essere solo un equilibrio fragile?
“È una svolta importante per il passato, il presente e il futuro. Certo, l’equilibrio resta fragile: in quella zona si vive sempre attaccati a un filo, con la paura che qualcosa lo spezzi. Ma vogliamo guardare con positività: oggi ci sono i presupposti per raggiungere una pace concreta. I problemi si affronteranno uno alla volta, quando sarà il momento. Ora c’è un consenso generale tra Stati Uniti, Israele e Paesi arabi: un passo avanti enorme”.
Quale ruolo pensa abbiano avuto le comunità religiose, ebraiche e musulmane, nel favorire questo avvicinamento?
“Il momento che stiamo vivendo è anche il risultato delle pressioni e delle posizioni internazionali che, in parte, hanno isolato il governo israeliano e spinto al dialogo. Non so in che misura le comunità religiose abbiano inciso, ma sicuramente è stato un passo importante. Un accordo di questa portata è motivo di orgoglio e frutto anche di influenze politiche di rilievo”.
In che modo questa pace potrà influenzare la comunità ebraica italiana e, in particolare, quella di Ferrara?
“Potrà contribuire a calmare gli animi, in Italia e in Europa. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a episodi preoccupanti in molti Paesi, e la nostra comunità vive con apprensione questo clima. Una distensione in Medio Oriente può aiutare anche qui, dove spesso si fa fatica a distinguere le persone dalle dinamiche internazionali”.
Quali saranno, secondo lei, i principali ostacoli che Israele e Palestina dovranno affrontare per mantenere stabile questa pace?
“Servirebbe una palla di cristallo. Dobbiamo vivere giorno per giorno. Il ritiro dell’esercito da Gaza, previsto per domani (oggi per chi legge, ndr), sarà un banco di prova: vedremo se le parti manterranno gli accordi scritti. Il percorso non sarà facile, gli ostacoli saranno molti, ma la speranza è di poter finalmente vivere con serenità”.
Che messaggio vorrebbe lanciare ai cittadini di Ferrara e, più in generale, a chi pensa ancora che la pace in Medio Oriente sia impossibile?
“Io voglio crederci. Serve la spinta, la volontà e la forza per farlo accadere. Occorre più coesione, anche qui in Italia, tra chi desidera davvero la pace e la stabilità. Il nostro Paese ha bisogno di serenità e fiducia nel futuro, per tutti. ebrei e non ebrei, italiani e famiglie di ogni origine”.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com