di Emanuele Gessi
Fu Enrico Berlinguer ad annunciare, in occasione del comizio tenuto a Ferrara nel 1984, che l’anno successivo la Festa Nazionale dell’Unità si sarebbe tenuta nella città estense. La realizzazione fu un successo da 3 milioni di visitatori, che segnò un “cambiamento completo e definitivo. A cui presero parte non solo gli iscritti, ma anche i molti ferraresi che intuirono l’importanza dell’evento per la città”.
A riavvolgere il nastro è stato Sergio Gnudi – scrittore e giornalista ferrarese – nel suo ultimo libro, intitolato E fu la festa (La Carmelina, 2025), che è stato presentato l’8 ottobre, alla Cooperativa Castello di Ferrara. A moderare la conversazione è stato Loredano Ferrari, presidente dell’associazione Intorno a Te.
Nel volume, che contiene una prefazione di Ugo Sposetti (storico parlamentare del Pci e successive evoluzioni), Gnudi ha ripercorso quel momento storico (“su cui è stato scritto quasi nulla finora”) da varie angolazioni, dando voce ai protagonisti che lo resero possibile.
Fra questi Alfredo Bertelli (che diventerà assessore del Comune di Ferrara e poi otterrà incarichi importanti in Regione), Alfredo Sandri (“da cui è nato tutto”) e Maurizio Genesini (“il factotum della manifestazione”).
Furono 4mila i volontari impiegati per trasformare l’area dell’ex aeroporto militare (ai tempi dismessa), per adeguarla alle necessità della Festa in pochi mesi, “a testimonianza della dedizione alla causa che animava quella comunità di persone”.
Essenziale anche l’accordo che venne raggiunto con l’allora ministro della Difesa, Giovanni Spadolini, per ottenere l’autorizzazione a utilizzare gli spazi. E in cui furono realizzate le 28 torri, ispirate a quelle del Castello Estense, ognuna alta 15 metri, con cui i progettisti Arges Cirelli e Mario Zanirato tracciarono il percorso di un chilometro all’interno della Festa.
Gnudi ha evidenziato l’importanza di tenere viva la memoria di quella stagione politica, a 40 anni dall’evento e nell’ottantesimo anniversario della Liberazione. Per la realizzazione dell’opera, ha ringraziato la fondazione L’Approdo (che amministra il patrimonio immobiliare proveniente dalla storia del Pci-Pds-Ds della provincia di Ferrara) e la associazione Enrico Berlinguer per i contributi forniti.
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