Cronaca
8 Ottobre 2025
Avrebbe partecipato a 6 di 10 viaggi intercettati dai carabinieri per portare la sostanza stupefacente dal capoluogo lombardo alla costa ferrarese

Spaccio di cocaina tra Milano e Comacchio. Un 71enne a processo

di Pietro Perelli | 2 min

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Dieci viaggi in pochi mesi per comprare cocaina a Milano e tornare a Comacchio per smerciarla. Unico imputato rimasto a processo è un imprenditore 71enne di origine pugliese residente nel comacchiese che, secondo il castello accusatorio, avrebbe concorso alla compravendita e al ritiro nel capoluogo lombardo della sostanza.

Per contro l’imputato si dice estraneo ai fatti avendo accompagnato una persona che conosceva senza però essere coinvolto e neanche essere a conoscenza dei fatti.

A testimoniare, martedì 7 ottobre, davanti alla giudice Sandra Lepore, uno dei carabinieri che si era occupato delle indagini. L’esame del pm Stefano Longhi si è concentrato sui viaggi e sulle intercettazioni fatte durante gli stessi. Di dieci di questi è stato presentato riscontro, sono avvenuti tra la fine di marzo e il maggio del 2016 mentre l’attuale imputato avrebbe partecipato a sei.

Altre sono le persone coinvolte tra cui il principale responsabile fermato all’inizio di giungo del 2016 con 177 grammi di cocaina proprio grazie alle indagini dei carabinieri di Comacchio. Tutti gli imputati hanno scelto riti alternativi e l’unico procedimento ancora in corso rimane quello di cui si parla.

Si tratterebbe di alcuni soggetti che avrebbero aiutato chi è ritenuto il principale responsabile, un uomo che all’epoca dei fatti aveva 40 anni (oggi 50), nello spaccio della sostanza e, in alcune circostanze, del suo acquisto a Milano.

Un giro che aveva subito un duro colpo a causa dell’arresto, nel 2017, di un edicolante milanese di origini pugliesi, che smerciava cocaina in finte confezioni di snack o di croccantini per gatti.

Da lui si sarebbero riforniti per rivendere poi la sostanza a Comacchio per quantitativi che si suppongono intorno ai 200 g per ogni viaggio. Dalle indagini non si è infatti riusciti a risalire alla quantità di cui pare non si sia mai apertamente discusso durante le intercettazioni telefoniche. Per gli inquirenti parrebbe comunque ragionevole pensare a questa grammatura considerando la quantità trovata al momento del fermo del 40enne (oggi 50enne) ritenuto il principale responsabile.

Il 26 febbraio la difesa effettuerà il controesame al carabiniere.

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