Dal lavoro “certosino e monacale” di Mario Molezzi, che nella quiete del suo eremo di Monestirolo dà forma alla pietra con mani pazienti e mente visionaria, nasce la mostra “Dea Terra“, presentata nella sede della Prefettura di Ferrara. Proprio gli spazi del Palazzo Giulio d’Este saranno allestiti con le opere dell’artista cosentino e “orgogliosamente cittadino ferrarese”. L’esposizione sarà visitabile dal 13 ottobre al 14 novembre 2025, con inaugurazione ufficiale venerdì 17 ottobre alle ore 17:30, alla presenza di Molezzi e del prefetto Massimo Marchesiello, che ha fortemente sostenuto l’iniziativa.
“Ho colto questa capacità artistica davvero importante – dichiara il prefetto Marchesiello durante la presentazione della mostra – e ho voluto accogliere con piacere le opere di Molezzi all’interno della Prefettura, per condividere con la città un momento culturale diverso dal consueto. È un onore ospitare un artista che con le sue sculture porta un messaggio di equilibrio e moderazione”.
L’evento rappresenta infatti un incontro tra arte, istituzioni e territorio: un palazzo rinascimentale tra i più prestigiosi di Ferrara apre le sue porte a una personale che riflette sulla forza generatrice della natura, sulla bellezza e la potenza della Terra, e sulla responsabilità dell’uomo verso di essa.
“Dea Terra – racconta Molezzi – è un’esaltazione della perfezione e della potenza della natura, che spesso l’uomo non rispetta. Ma io ho una visione ottimista: la natura resta foriera di pace e vita. Una delle opere simbolo è la Dea Madre, creatrice e generatrice, un richiamo alla speranza in tempi in cui troppo spesso si parla di guerra e distruzione”.
La mostra raccoglie 26 sculture realizzate principalmente in pietra arenaria, ma anche marmo di Carrara, marmo bulgaro, travertino bianco di Ascoli e pietre marine della Calabria, terra d’origine dell’artista. Tra le opere anche “Etna”, in pietra vulcanica raccolta dallo stesso Molezzi sulle pendici del vulcano.
Le sculture saranno distribuite tra l’androne, il cortile, la limonata e alcune sale del piano nobile del palazzo della Prefettura in Corso Ercole I d’Este. Due installazioni saranno dedicate agli elementi della natura, mentre una terza “Dea Alata”, una pietra lavorata a tutto tondo, completerà il percorso.
Autodidatta, laureato in legge, Molezzi è nato a Cosenza ma vive da oltre cinquant’anni a Ferrara, città che lo ha accolto e ispirato. “Sono arrivato nel ’69 per studiare giurisprudenza – racconta – e Ferrara mi ha dato molto. È qui che ho imparato il gusto della bellezza, frequentando i palazzi, i musei e gli artisti locali“.
Nel suo atelier e casa di Monestirolo, l’artista lavora ancora oggi esclusivamente a mano, senza strumenti meccanici: “Mi sembra una violenza sulla pietra: La pietra va ascoltata, va assecondato ciò che è già dentro di lei”. Il suo stile, che definisce “primitivista”, nasce dal desiderio di tornare ai primordi dell’umanità, un tempo “idilliaco”, dice, in cui uomo e natura vivevano in armonia.
Negli anni Settanta, Molezzi ha iniziato scolpire la pietra, terra d’origine della moglie Adriana e luogo che l’artista considera una seconda casa. “È lì che ho imparato a battere la pietra – ricorda -, una pietra dura, da lavorare con mazzetta e scalpello. Da quella fatica fisica nasce la forma“. La sua carriera è costellata da mostre significative, tra cui Palazzo Massari nel 1993 e il Museo Remo Brindisi di Lido di Spina.
La mostra sarà aperta al pubblico gratuitamente con i seguenti orari: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 19 e il sabato dalle 9 alle 13. Sono previste inoltre aperture straordinarie sabato 18 e domenica 19 ottobre, dalle 9 alle 19, in occasione dell’evento “Monumenti Aperti”, durante le quali Molezzi sarà presente per incontrare i visitatori e raccontare le sue opere.
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