di Emanuele Gessi
Unite dalle idee, ma separate dalla geografia, ieri – 4 ottobre, nella cornice del festival di Internazionale – Dominique Eddé, scrittrice libanese, e Amira Hass, reporter israeliana abitante da oltre 30 anni dei Territori palestinesi occupati, hanno dialogato di Israele e Palestina, al Teatro Comunale di Ferrara, di fronte a una sala gremita.
Il comunicato con cui poche ore prima Hamas ha risposto al piano di Trump di risoluzione del conflitto è stato il punto di partenza del dibattito.
“In questa parte del mondo – ha esordito Eddé – siamo abituati a non avere mai buone notizie senza cattive notizie. La buona notizia è la fine dei bombardamenti e il rilascio degli ostaggi. La cattiva notizia è che ora siamo nelle mani di un doppio potere. Il terribile potere israeliano-americano, che sta attuando ciò che i libri chiamano colonialismo”.
Un ottimismo contrastato anche quello espresso da Hass, che ha dichiarato: “Non mi permetto in questo momento di essere troppo felice, perché conosco l’esercito israeliano, so che c’è ancora sete di bombardare e combattere. Ma speriamo che la pressione dall’esterno porti un po’ di buon senso alla società israeliana”.
Le due ospiti si sono interrogate su come fermare, al più presto, il governo israeliano. Hass ha rilevato come “l’occupazione sia diventata sempre più avida della terra, dell’acqua, dello spazio e di tutto ciò che appartiene ai palestinesi”. E ha puntualizzato che le sanzioni andrebbero considerate come qualcosa di necessario “anche per il bene degli israeliani, per il bene del loro futuro nella regione”.
Sul punto Eddé ha in parte dissentito, in quanto ha dichiarato che “Israele deve essere sanzionato, ma non tutti gli israeliani”. Per la scrittrice libanese questo incentiverebbe il cambiamento di mentalità della società israeliana. Poi Eddé ha voluto evidenziare la forza che ha caratterizzato la resistenza palestinese degli ultimi due anni: “È straordinario ciò che hanno fatto. C’è un dentista che ha usato il sedile di un’auto per costruire un ambulatorio e curare le persone in mezzo alla strada. Ci sono persone che hanno usato il suono dei droni per intonare una canzone e far dimenticare la guerra ai bambini”.
La “relazione pericolosa” che unisce Eddé e Hass, è stato lo spunto per il moderatore dell’incontro, Jacopo Zanchini – vice direttore di Internazionale – per inquadrare ulteriormente il contesto geopolitico medio orientale: “La loro amicizia è a tutti gli effetti un rapporto pericoloso. Nel senso che vivono in due paesi confinanti, ma in teoria non possono vedersi. C’è una legge libanese che proibisce ai libanesi di incontrare pubblicamente gli israeliani. Così come per i civili israeliani è difficile andare in Libano”. Per mantenere il filo del ragionamento sul destino della regione, le due intellettuali hanno coltivato l’amicizia vedendosi in territorio neutrale, l’Europa.
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