Salute
5 Ottobre 2025
A Colloquio con Chiara Forlani, docente che esercita presso la Pediatria dell’ospedale di Cona

Nella Giornata degli Insegnanti si ricorda il ruolo della “Scuola in Ospedale”

di Redazione | 4 min

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Il 5 ottobre ricorre la Giornata Mondiale degli Insegnanti, istituita nel 1994. All’interno del Reparto di Pediatria dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara è attiva la Scuola in Ospedale (Sio).

Abbiamo fatto qualche domanda alla professoressa Chiara Forlani, docente della scuola in ospedale che fa parte dell’Istituto “Alda Costa” di Ferrara (la cui dirigente scolastica è la professoressa Antonietta Allegretta).

Quando è nata la scuola in ospedale?

“La scuola in ospedale di Ferrara è nata come progetto nell’anno scolastico 2001/2002. A partire dal 2003 è diventata una vera e propria scuola, che faceva parte dell’Istituto Comprensivo “Cosmé Tura” di Pontelagoscuro. Dall’anno scolastico 2012/2013 è entrata a far parte dell’Istituto Comprensivo “Alda Costa” di Ferrara, dal quale dipende tuttora. Esiste dunque da più di vent’anni, durante i quali sono stati tantissimi gli alunni che ne hanno usufruito. Grazie al servizio di scuola in ospedale (Sio) tanti bambini e ragazzi hanno mantenuto la continuità scolastica, nonostante le loro condizioni di salute”.

Come funziona e dove si trova all’interno dell’ospedale?

“Il funzionamento della Sio è diverso da quello della scuola cosiddetta “normale”. La necessità di svolgere scuola in ospedale da parte di un ragazzo viene segnalata dai medici o dal personale sanitario, oppure siamo noi insegnanti a recarci nelle stanze di degenza e a individuare le esigenze didattiche dei piccoli pazienti. I reparti interessati dall’attività sono la Pediatria, la Chirurgia Pediatrica, l’Oncoematolgia Pediatrica, la Riabilitazione “San Giorgio” e, in particolare, l’Unità Gravi Cerebrolesioni. L’attività scolastica il più delle volte è individuale, tranne nei rari casi in cui si sono create piccole classi di coetanei. Si svolge in un’aula specifica presso la Pediatria, condivisa con i volontari della Biblioteca Blu oppure nelle stanze di degenza. Spesso, quando il piccolo ammalato si trova a casa perché usufruisce del day hospital, ci si collega a distanza in orario mattutino o pomeridiano, per fare scuola e non rimanere indietro con le lezioni e i compiti”.

Da chi è gestita?

“Sono due le docenti che il Ministero ha assegnato a questo incarico: una di area umanistica e una di area scientifica. Ovviamente, visto che le materie scolastiche sono anche altre, le insegnanti devono cercare di seguire gli alunni in tutte discipline. Spesso è necessario chiedere la collaborazione della scuola di provenienza, che può affiancare la Sio mediante l’istruzione domiciliare o i collegamenti a distanza con la classe. Nel caso di alunni adolescenti, con esigenze particolari, è stato necessario usufruire della rete di scuole superiori, che collaborano con la Sio per fornire insegnamenti specifici nelle materie di indirizzo”.

A quali fasce d’età si rivolge e in che modo?

“La Sio opera sui degenti dai 6 ai 18 anni, in casi particolari anche oltre questa età. Un ricordo molto intenso è legato a due alunni provenienti dalla riabilitazione del “San Giorgio” che, nonostante le difficoltà cognitive e del linguaggio, sono stati in grado di affrontare l’esame di maturità pur se in ritardo, e di conseguire il proprio titolo di studio grazie all’aiuto e al supporto delle docenti ospedaliere”.

Quale è il ruolo degli insegnanti all’interno di questa scuola

“Le insegnanti hanno il difficile ruolo di stimolare all’apprendimento anche durante la malattia. La scuola è comunque un elemento di distrazione dal dolore e dalla sofferenza, specie se le lezioni vengono offerte come momenti piacevoli e, se possibile, divertenti. In ogni caso la scuola è un elemento di normalità all’interno di una situazione che normale non è. Un altro compito fondamentale – e spesso complesso – è quello di coordinamento tra la scuola di provenienza, la Sio e la famiglia, sempre tendendo conto delle condizioni di salute dell’alunno e della sua fragilità. È questo l’aspetto più difficile del lavoro dell’insegnante ospedaliero, che deve intessere rapporti e relazioni”.

Quale è il ruolo delle Associazioni di volontariato?

“La collaborazione della Sio con le associazioni di volontariato è molto stretta. Collaborano con le docenti ospedaliere il Circi, l’Associazione Giulia, Vola nel cuore e Ail. In pediatria gli spazi sono condivisi con la Biblioteca Blu e questo crea un circolo virtuoso tra esperienza didattica, ludica e di intrattenimento, che contribuisce a rendere meno gravosa la degenza ospedaliera. Le docenti stesse vengono arricchite da questo rapporto. Insieme si affrontano anche i momenti difficili, che purtroppo non mancano e ci si prefigge obiettivi comuni, volti alla beneficenza e al sostegno reciproco. In collaborazione con l’Associazione Giulia e con la piccola orchestra di flautisti della nostra scuola e di altri istituti di Ferrara, vengono organizzati momenti di spettacolo e di scambio in occasione della Pasqua e del Natale, durante i quali la gioia e l’allegria entrano in ospedale”.

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