Aria tesa nel piazzale davanti alla stazione di Ferrara dove, intorno alle 14 di venerdì 3 ottobre, circa trecento manifestanti – che in mattinata avevano partecipato al corteo organizzato dopo lo sciopero generale nazionale proclamato da Cgil e Usb – hanno spontaneamente raggiunto lo scalo ferroviario con l’obiettivo di occupare i binari e fermare i treni.
Ad attenderli circa una quarantina di agenti della polizia di Stato e carabinieri in assetto antisommossa, schierati davanti alle porte centrali della stazione, mentre quelle laterali sono state chiuse a chiave. Il dispositivo di sicurezza è stato attivato per evitare qualsiasi tipo di interruzioni al pubblico servizio.
Due le richieste avanzate dai manifestanti: scuse ufficiali da parte del sindaco Alan Fabbri al popolo di Gaza e l’esposizione fuori dal municipio della bandiera palestinese, dopo che in mattinata nessuna delle due istanze era stata accolta da palazzo Municipale, dove gli scioperanti avevano chiesto di parlare col primo cittadino o con qualcuno della giunta.
A dirlo è stata Hajar Sahbaoui, una delle rappresentanti di Cittadini del Mondo, parlando ai manifestanti presenti fuori dalla stazione: “Non ci hanno ascoltati e non ci hanno fatto entrare in municipio. Hanno avuto paura di un gruppo di donne che erano lì solamente per chiedere queste due cose. Ci hanno risposto che il sindaco non c’era, che era in gita“.
La donna ha proseguito: “Caro sindaco, fai anche tu il weekend lungo? Vergognati, te ne vai in gita mentre i bambini muoiono a Gaza?”.
La protesta è andata avanti per oltre due ore, tra fumogeni, bandiere, cori e striscioni, senza però far registrare particolari disagi o interventi da parte di poliziotti e carabinieri, che hanno continuato a presidiare gli ingressi della stazione senza alcun tipo di difficoltà o di problema all’ordine pubblico, fino a quando la situazione non è completamente rientrata.