Fumata nera all’incontro del 2 ottobre in Prefettura tra la delegazione sindacale Fials e i vertici delle due Aziende Sanitarie di Ferrara. La trattativa si è chiusa senza accordo e la segretaria generale territoriale, Mirella Boschetti, ha proclamato uno sciopero del comparto per il giorno 27 ottobre, dalle ore 7 alle ore 7 del 28 ottobre.
Lo sciopero non sarà circoscritto al territorio ferrarese, ma avrà una dimensione regionale. Infatti, le segreterie provinciali Fials di tutta l’Emilia-Romagna hanno deciso di muoversi in contemporanea, mentre a Bologna, nella stessa giornata, si terrà una grande manifestazione organizzata dalla segreteria regionale. “Una manifestazione dei lavoratori, dei cittadini che vogliono una sanità che funzioni, una sanità più sicura, per rendere le professioni sanitarie più attrattive, per frenare la fuga dei professionisti, perché senza attrattività non c’è futuro per la sanità”.
Secondo Fials Ferrara, le ragioni della mobilitazione sono molteplici e intrecciano criticità gestionali, economiche, organizzative e sindacali.
Sul piano finanziario, pesa lo squilibrio del 2024: dalla Dgr Emilia Romagna n. 818/2025 emerge che il Servizio Sanitario Regionale ha chiuso l’anno con un disavanzo coperto dalla Regione pari a 194,8 milioni di euro. In particolare, per le aziende sanitarie ferraresi le perdite ammontano a 31,7 milioni per l’Ausl e 27,9 milioni per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara. Una situazione che, secondo il sindacato, scarica le conseguenze “sulle lavoratrici e sui lavoratori, riducendo la resilienza dei servizi”.
Sul piano organizzativo, Fials denuncia l’assenza di piani efficaci per ridurre straordinari e terziarizzazioni, la carenza cronica di organico e il collasso dei pronto soccorso. Ne conseguono “turni massacranti, sovraccarico lavorativo, stress lavoro correlato e incremento delle assenze per malattia e infortuni”.
Il sindacato sottolinea inoltre il mancato aggiornamento dei regolamenti sul part-time, fermi da oltre dieci anni, e la mancata introduzione di strumenti sostitutivi alla mensa per chi lavora in sedi disagiate. Anche il welfare aziendale è definito “residuale o assente”, con scarsi sostegni a genitori e caregiver.
Tra le preoccupazioni Fials c’è anche la salute dei cittadini, “sempre più fragili e sempre più poveri”, che si trovano a fronteggiare un incremento dei costi per le cure o addirittura a rinunciarvi. Grave, secondo il sindacato, la chiusura di posti letto: dopo i 89 posti tagliati a Cona, ora è colpito il Dipartimento di Salute Mentale, con la Residenza Psichiatrica di San Bartolo prossima alla chiusura (“meno 30 posti letto”) e riduzioni già avvenute nello Spoi del Delta.
Sul fronte delle relazioni sindacali, Fials denuncia la mancanza di visibilità e di agibilità, segnalando che la sede della Casa di Comunità di Ferrara è “inagibile” e che le richieste sono rimaste inevase.
Per il sindacato è necessario un radicale cambio di passo: incentivi economici reali, condizioni di lavoro dignitose, benessere organizzativo, stop al burnout, percorsi di carriera trasparenti, borse di studio e una campagna di sensibilizzazione per i giovani.
“O si valorizzano i lavoratori o il sistema sanitario pubblico muore” è lo slogan con cui Fials ha deciso di chiamare a raccolta professionisti, cittadini e istituzioni il prossimo 27 ottobre.
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