Attualità
3 Ottobre 2025
A Bologna la coop ha preso in carico 45 persone palestinesi, tra cui 26 minori. Il presidente Bertarelli: "Mai come ora sentiamo il dovere di essere al fianco delle istituzioni e degli organismi internazionali"

Cidas, la coop ferrarese accoglie i bimbi palestinesi

di Redazione | 3 min

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Anche la cooperativa ferrarese Cidas è in prima linea per l’accoglienza del popolo palestinese in Italia. Nel Sistema Accoglienza Integrazione di Bologna infatti, in rete con Asp e Comune, la coop ha preso in carico 45 persone palestinesi, tra cui 26 minori.

L’attività prevede una cabina di regia settimanale con gestori, volontari per Gaza, Cri, personale sanitario e comunità islamica locale, oltre che un gruppo di parola per donne facilitato da una psicologa/etnopsicoterapeuta e da una mediatrice araba.

Nel 2024–2025 Cidas ha inoltre sostenuto aiuti umanitari tramite organizzazioni internazionali come Save the Children, realizzato momenti di formazione e testimonianza diretta per il personale e consolidato la rete con la Cri, che continua a denunciare la gravità della situazione umanitaria a Gaza.

“Mentre la missione umanitaria Flotilla è stata intercettata in mare dalle autorità israeliane, con ampia eco internazionale e reazioni anche in Italia, è importante ricordare che il cuore del nostro impegno non sta nel dibattito politico, ma nel lavoro professionale e coordinato di accoglienza e tutela delle persone in fuga da guerre e crisi umanitarie, sempre in collaborazione con le istituzioni. Il nostro compito quotidiano è costruire risposte responsabili sul territorio, riducendo tensioni e incomprensioni sociali attraverso servizi di qualità, mediazione e presa in carico multidisciplinare” spiegano dalla cooperativa.

Diverse le proposte sul tavolo in questo momento così delicato. Dai corridoi umanitari e accessi protetti agli aiuti, in raccordo con le autorità italiane, europee e con gli organismi internazionali competenti, alla valutazione a livello Ue dell’attivazione di strumenti di protezione immediata e temporanea per i civili in fuga da Gaza, prendendo a riferimento i meccanismi straordinari già applicati in Europa in altri contesti come l’Ucraina, fino al rafforzamento del sistema Sai sul piano qualitativo e quantitativo, per rispondere con prontezza ai bisogni di chi cerca protezione, riducendo conflitti e pressioni sociali nei territori.

Tra le idee anche l’adozione di standard comuni di presa in carico (sanitaria, psicologica, legale, lavorativa) con task force miste pubblico-privato sociale e cabine di regia territoriali stabili, estendendo i modelli già in atto nel territorio di Bologna.

“Chi lavora nell’accoglienza – aggiungono da Cidas – non agisce per etichette ideologiche: opera per dovere civico e professionale, nel rispetto della legge e della dignità umana. È un lavoro che tiene insieme le comunità, prevenendo tensioni e favorendo integrazione, sicurezza e coesione sociale”.

Chiudono le parole del presidente Daniele Bertarelli: “Mai come ora sentiamo il dovere di essere al fianco delle istituzioni e degli organismi internazionali: con competenze specifiche e lavoro quotidiano garantiamo supporto continuo e accoglienza a chi fugge dalle guerre. Chiediamo canali umanitari sicuri, strumenti di protezione adeguati e un sistema di accoglienza all’altezza delle sfide: al centro, sempre la persona”.

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