Cento. La cooperativa sociale La Città Verde interviene con una lunga lettera in merito alla vicenda giudiziaria legata all’appalto del servizio di raccolta differenziata nel Comune di Cento, replicando al comunicato diffuso nei giorni scorsi dalla Fp Cgil.
Fondata quasi 35 anni fa con l’obiettivo di creare “lavoro dignitoso a persone in condizione di svantaggio”, la cooperativa spiega di aver rispettato in pieno il capitolato d’appalto, che richiedeva espressamente l’impiego di lavoratori fragili e l’attivazione di percorsi personalizzati di inserimento. “Abbiamo adempiuto con diligenza: 24 persone svantaggiate coinvolte sul servizio (il 37,5% del personale impiegato) e percorsi personalizzati che lo stesso giudice ha riconosciuto come corretti e professionali, applicando lo stesso contratto (…) a tutte le lavoratrici e lavoratori”, sottolinea la nota.
La Città Verde evidenzia però il nodo emerso dalla sentenza, che impone di applicare il Ccnl Fise–Federambiente–Utilitalia ai soli lavoratori normodotati. Una scelta che, secondo la cooperativa, rischia di generare effetti distorsivi: “Questo esito, a nostro avviso, produce un effetto paradossale: proprio chi, come la cooperazione sociale è chiamata a includere dovrebbe attribuire una retribuzione inferiore a parità di lavoro e responsabilità. ‘Stesso lavoro, stesso salario’ dovrebbe valere per tutti, senza eccezioni che discriminano sulla base della fragilità”.
Nel ribadire il proprio impegno, la presidenza e il CdA ricordano che “in quasi 35 anni più di 150 persone svantaggiate sono transitate nei nostri percorsi; oggi, su 182 dipendenti, 48 sono lavoratori svantaggiati”. Un patrimonio che rischia di essere compromesso se non si troverà un punto di equilibrio: “Se fossimo costretti a retribuzioni differenziate dentro gli stessi servizi, saremmo nostro malgrado indotti a rinunciare a parte delle attività ambientali, con serie ricadute occupazionali proprio sulle persone più fragili dei nostri territori. Non è questa la strada per una comunità più giusta”.
La cooperativa guarda dunque con favore al tavolo regionale di confronto tra sindacati e associazioni datoriali, indicando due condizioni irrinunciabili: “Il riconoscimento (…) dei maggiori costi derivanti dall’applicazione dei trattamenti economici Fise–Federambiente–Utilitalia, oggi non adeguatamente coperti” e “il riconoscimento del medesimo trattamento economico a tutte le lavoratrici e i lavoratori impegnati nei servizi di igiene ambientale, svantaggiati e non, a parità di mansioni”.
In chiusura, la Città Verde ribadisce la propria missione sociale: “La cooperazione sociale non cerca scorciatoie, ma chiede condizioni eque per continuare a fare bene il proprio mestiere: trasformare fragilità in lavoro, dignità e partecipazione. È ciò che abbiamo fatto a Cento e in tutti i territori dove operiamo, con trasparenza e responsabilità”.
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