Mario Biondi protagonista al Musicfilm Festival 2025
Torna ad incantare il pubblico il Musicfilm Festival, in programma dal 20 al 23 novembre, che trasformerà ancora una volta la città in un palcoscenico d'eccezione per le colonne sonore del cinema
Torna ad incantare il pubblico il Musicfilm Festival, in programma dal 20 al 23 novembre, che trasformerà ancora una volta la città in un palcoscenico d'eccezione per le colonne sonore del cinema
Tolti i veli sulla stagione 2025/26 del teatro dei Fluttuanti. Il sipario si alza il 28 ottobre alle 21 con gli spassosi Legnanesi in “Ricordati il Bonsai”. Mentre cala il 28 aprile con l’humor di Filippo Caccamo in “Fuori di Tela”
Un pomeriggio di grande musica nella cornice prestigiosa della Pinacoteca Nazionale di Ferrara. Domenica 5 ottobre, alle ore 16.30, il Salone d’Onore ospiterà “Le delizie dell’Amor”, un concerto che unisce talento emergente e memoria storica, nel segno del melodramma
L’Accademia Corale Vittore Veneziani prosegue i festeggiamenti per il 70° compleanno con un concerto che si terrà sabato 4 ottobre alle ore 21 presso la Chiesa di San Paolo a Ferrara
Si è conclusa con il concerto presso Ferrara Fiere la terza edizione del “Ferrara Gospel Friends”, evento di musica gospel che ha riunito a Ferrara più di 100 partecipanti provenienti da tutta Italia
di Federica Pezzoli
Uno spettacolo all’incrocio di due linguaggi del teatro, la musica e la parola, per rendere omaggio a un uomo che ha amato il teatro sopra ogni cosa. È “Concerto a due per Puccini”, lo spettacolo scelto per aprire la stagione di Opera e Danza e la stagione Extra del Teatro Comunale Claudio Abbado, in scena sul palco estense lunedì 29 e martedì 30 settembre.
L’autore del testo è Francesco Niccolini, che firma anche la regia insieme ad Alessio Boni, in scena come voce narrante. Il celeberrimo attore, insieme ad Alessandro Quarta, autore ed interprete delle musiche originali dello spettacolo, crea un intenso dialogo fra parola e note su una scena essenziale, che quasi per sineddoche rimanda alla vita e alle opere del Maestro ed è dominata dal suo iconico borsalino.
Lo spettacolo, nato in occasione del centenario della morte di Puccini, nel 1924, è un vero e proprio excursus dalla sua nascita alla sua scomparsa, con l’obiettivo di raccontare non solo il genio, ma anche l’uomo e la sua vita. Una vita fatta di una dura gavetta, da Lucca dove sarebbe stato destinato a seguire le orme del padre organista, alla Milano di fine Ottocento. La Milano di Verdi e di Wagner, del Teatro alla Scala, dei Ricordi in lotta con i Sonzogno per accaparrarsi le opere migliore e i talenti emergenti, del Teatro Dal Verme dove Giacomo, ancora studente del Conservatorio, vede per la prima volta la “Carmen” di Bizet. Una vita fatta di tanti lutti famigliari, per i quali Giacomo soffrirà sempre moltissimo. Una vita bohemienne, un po’ come quella dei suoi personaggi: Giacomo era uomo appassionato e affamato di vita, amava stare in compagnia dei suoi amici, fra i quali Mascagni e Toscanini, andare a caccia e ha saputo godersi la sua fama, fra viaggi, automobili e avventure galanti.
Sopra ogni cosa però amava il teatro: “il Dio santo mi toccò con il dito mignolo e mi disse: Scrivi per il teatro. Bada bene… Solo per il teatro”. E allora ecco il genio: a 25 anni la sua prima opera, “Le Villi”, e poi il successo con “Manon Lescaut”, “La Bohème”, “Tosca”. Una passione complicata: non per niente fu l’incubo di tanti librettisti e le sue opere spesso devono molto all’incondizionata fiducia di Giulio Ricordi e alla pazienza di Giacosa e Illica. “Ho questo gran difetto di scrivere musica solo quando i miei carnefici burattini si muovono sulla scena”: i suoi personaggi erano per lui come fantasmi, che sulla scena vengono rievocati dalle eleganti immagini firmate dall’illustratore giapponese Yoshitaka Amano. Una passione che gli ha portato un’immensa fama, ma che ha dovuto superare anche fiaschi memorabili, come quello della prima alla Scala di “Madama Butterfly”. Fino all’epilogo: la “Turandot” lasciata incompiuta per quella malattia che se l’è portato via a sessantasei anni. Un epilogo che Boni e Quarta riescono a rendere in tutta la sua improvvisa drammaticità con “Nessun dorma” e le parole di Arturo Toscanini, che ha diretto la prima alla Scala il 25 aprile 1926: il maestro fermò l’orchestra dopo la morte di Liu, posò la bacchetta e si girò verso il teatro dicendo “Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto”.
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