Procedure peggiorate, appuntamenti a distanza di mesi, richieste difformi sui documenti e un ostacolo ricorrente: senza codice fiscale niente richiesta o rinnovo della tessera sanitaria. È il quadro emerso durante l’incontro dell’associazione Cittadini del Mondo, che ora chiede un confronto ufficiale e congiunto con Questura, Prefettura e dirigenza Asl, possibilmente in seno al Consiglio territoriale per l’immigrazione, per definire una procedura chiara e uniforme su rilascio e rinnovo della tessera sanitaria ai cittadini stranieri.
“Lo chiediamo non solo per le comunità straniere – affermano Miriam Cariani e Adam Atik di Cittadini del Mondo -, ma per tutti. L’accesso alle cure sanitarie è un diritto che deve essere rispettato. Non avere la tessera sanitaria significa non avere un medico, non poter accedere a cure importanti. Questa penalizzazione si ripercuote sui più fragili, anche sui bambini. Non si tratta solo della salute dell’individuo, ma dell’intera collettività. Lo abbiamo visto nel periodo Covid con i vaccini, quando senza documenti in regola resti fuori dai percorsi, e questo riguarda tutti”.
Durante l’incontro, a portare testimonianze dirette e non, sono intervenuti: Khadija Choukrani, Mahamoudou Koita dell’associazione Maliana, Ali Faisal avvocato e vicepresidente della Comunità pakistana, Tatangmo Kenfack Chanel avvocato, agente immobiliare e promotore creditizio e Nkenfack Tsafack Deguistophine.
Quello che chiedono che venga predisposto al tavolo congiunto sono un protocollo operativo condiviso, canali stabili di comunicazione con l’Asl e una guida informativa multilingue per i cittadini stranieri in procinto di iscriversi al Ssn, su rinnovo e richiesta della tessera sanitaria e i loro diritti.
Il tono non è quello dello scontro, piuttosto di una richiesta di metodo. L’associazione dice di aver già offerto una bozza di protocollo e una guida informativa per orientare utenti e uffici. Inizialmente, una disponibilità c’era stata, poi il silenzio. “A parità di norme, l’accesso è diventato più discrezionale. Chiediamo trasparenza: mettere nero su bianco quali documenti servono, in quanto tempo si risponde e come si gestiscono le urgenze sanitarie“.
Accanto alle procedure, ci sono le vite. Khadija racconta del padre anziano e cardiopatico: “Senza tessera il medico non può fare l’impegnativa. Anche volendo pagare, certi farmaci non li compri senza ricetta“. A fare da sfondo, il trasferimento degli sportelli per tessere e iscrizioni in sedi più difficilmente raggiungibili (a Cona) e l’obbligo di tornare da capo quando manca un foglio: “Se ti accorgi di un errore solo allo sportello, riparti da zero e l’appuntamento te lo danno dopo due mesi“. C’è anche chi, come Faisal, denuncia casi di codici fiscali duplicati: un alfanumerico all’Agenzia delle Entrate e un numerico collegato al permesso, che ingessano ogni pratica.
L’appello è chiaro: “Non chiediamo favori. Chiediamo regole chiare e una procedura condivisa. Vogliamo sederci con Asl, Questura e Prefettura e uscire con impegni misurabili. Perché oggi le persone restano senza cure per dettagli burocratici. E questo non è accettabile”, concludono i presenti.
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