Politica
27 Settembre 2025
La senatrice su Aldro: “Io la mia storia, quella di Federico e le altre non le dimentico"

Cucchi: “Ferrara ha sfondato un muro enorme”

di Redazione | 2 min

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Il giardino di Aldro. “Federico è a casa”

Vent'anni esatti dopo quella notte che cambiò per sempre la storia della città, Ferrara ha scelto di intitolare a Federico Aldrovandi il giardino tra via Ippodromo e via Poletti. Lì dove la sua vita venne spezzata, nella mattina del 25 settembre 2005, oggi brilla una targa: "Giardino Federico Aldrovandi. Perché nessuno più possa morire così"

di Emanuele Gessi

Con un intervento energico Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, ha contribuito a celebrare la memoria di Federico Aldrovandi – ieri (26 settembre) a Ferrara, nella sala Refettorio del complesso di San Paolo – attribuendo alla città estense il merito “di aver sfondato un muro enorme”.

Poi ha aggiunto: “Io la mia storia, quella di Federico e le altre non le dimentico. Non dimentico la fatica fatta. E mi sento male, oggi, ad assistere, nelle aule del Parlamento, ai nostri diritti che ci vengono sfilati”.

La senatrice ha inoltre denunciato la molteplicità di reati introdotti dal governo Meloni, così come ha preso le distanze dal potere “sempre più incondizionato” che viene assicurato alle forze dell’ordine.

“In questo momento sembriamo tornati indietro a più di vent’anni fa. Il rischio maggiore: l’assuefazione”.

All’incontro – organizzato da Lista Civica Anselmo insieme al Comitato Aldrovandi per tenere accesa l’attenzione sulle questioni urgenti che ancora oggi pone la vicenda a politica e società civile – hanno preso parte anche Marco Furfaro (deputato del Pd), Antonella Soldo (vicesegretaria di +Europa) e Lorenzo Casadei (consigliere regionale del M5S in Emilia-Romagna).

Nella platea presente anche Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi.

Furfaro ha evidenziato come la giustizia nel caso Aldrovandi si sia raggiunta “con l’impegno, la passione civica e la sete di verità di chi non si è arreso”.

Soldo ha suggerito che Federico continua a vivere nelle coscienze che si indignano. Tra gli obiettivi da raggiungere al più presto, ha elencato: l’educazione non violenta delle forze dell’ordine, codici identificativi, mettere in discussione il taser e un processo di democratizzazione interna.

Casadei ha rilevato come “sicurezza voglia dire prevenire i reati, non intervenire con il pugno di ferro dopo che sono stati commessi”.

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