C’è stato un momento silenzioso, quasi intimo, durante la cerimonia per l’intitolazione del giardino a Federico Aldrovandi. Mentre il padre Lino pronunciava il suo discorso, la madre Patrizia Moretti si è allontanata con Stefano, suo figlio e fratello di Federico. Insieme hanno portato due candele sulla targa commemorativa originaria, quella che da vent’anni ricorda dove la vita del giovane ragazzo è stata spezzata senza una ragione.
Un gesto semplice, ma capace di accendere la memoria e trascinare con sé tanti altri presenti. “Mentre parlava Lino ho notato quell’angolo buio, allora io e Stefano – ha raccontato Patrizia – abbiamo pensato di mettere due candele e illuminare Federico. Tanti hanno seguito il nostro esempio dopo di noi”.
“Federico lo sentiamo sempre dentro di noi e spero che in questo giardino vengano tanti bambini a giocare e a divertirsi“, con queste parole, la madre di Aldro ha reso un gesto privato in un atto collettivo, che illumina la memoria e il futuro di una città che da vent’anni porta una dolorosa ferita.
Patrizia ha poi condiviso un altro momento di forte intensità: la proiezione al cinema Apollo, poco prima della fiaccolata in via Ippodromo, del film di Filippo Vendemmiati, “È stato morto un ragazzo”, dedicato alla vicenda di Federico. “Rivedere il documentario, che vidi per la prima volta a Venezia, è sempre forte e intensissimo. Oserei dire implacabile – ha affermato Patrizia – perché Filippo nel suo resoconto quasi asettico nel raccontare le cose, comunque racconta la realtà dei fatti e lascia lo spettatore libero di interpretarla”.
“E l’interpretazione non può che essere tranciante – ha continuato Moretti – per la presenza di diversi protagonisti che sono stati filmati, che poi sono usciti indenni dalla vicenda ma che in realtà hanno la responsabilità morale di tutta questa sofferenza che ha seguito la tragedia della morte di Federico. Io dico che tutta la sofferenza in più ce l’hanno causata loro“.
Un intervento asciutto, senza concessioni alla retorica, capace però di toccare la sensibilità di tutti: un monito a non dimenticare a mantenere alta l’attenzione sul significato di quella tragedia, sulle responsabilità morali e civili che ancora oggi la circondano.
Se le parole di Lino hanno restituito poesia e luce al ricordo, quelle di Patrizia hanno portato concretezza e profondità. Le candele accese sotto la targa originaria e il desiderio di vedere i bambini giocare liberi nel nuovo giardino intitolato a Federico raccontano la stessa cosa: che la memoria non è solo un ricordo doloroso, ma anche uno spazio da coltivare, abitare e proteggere.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com