Egregio Direttore,
mi chiamo Enrico Carli e sono un elettore di destra liberale del Comune di Comacchio.
Non ho mai fatto politica attiva, ma da cittadino appassionato ho sempre seguito con grande attenzione le dinamiche della nostra città, perché credo che ognuno di noi abbia il dovere di interessarsi al futuro della comunità in cui vive.
Comacchio, purtroppo, da troppi anni appare senza una rotta chiara, affidata a decisioni contingenti e prive di una vera visione. Ciò che serve è una politica fondata su serietà, concretezza e capacità di attrarre investimenti privati solidi, capaci di creare sviluppo, lavoro e benessere diffuso.
Non possiamo però nascondere che il nostro territorio è spesso attraversato da divisioni, e anche il centrodestra non è immune da questo limite. In vista delle prossime elezioni, appare evidente come la destra partitica si stia orientando su Samuele Bellotti, mentre Pierluigi Negri correrà sostenuto da proprie liste civiche. Fin qui nulla di sorprendente, se non fosse che circolano sempre più insistentemente voci su un possibile sostegno all’avvocato Bellotti da parte dell’ex sindaco Marco Fabbri, con una nuova formazione civica.
Consentitemi una riflessione franca: il cosiddetto civismo, troppo spesso, si riduce a un artificio, a uno specchio per le allodole. Alla fine, quei movimenti trovano sempre un apparentamento, a destra o a sinistra, diventando strumenti di confusione per gli elettori.
Ecco ciò che mi lascia perplesso: dal movimento al civismo, dal Partito Democratico fino ad approdare al centrodestra? Le radici, gli ideali, la nostra identità politica non possono essere trattati come una merce da baratto. Non nascono in un giorno e non possono piegarsi alle convenienze di stagione.
Mi ha colpito, inoltre, il silenzio del segretario locale del PD su questa vicenda. È risaputo che vi sia stata una rottura interna sulla leadership a Comacchio, ma non è accettabile che certe figure possano risultare buone per tutte le stagioni e per ogni schieramento. Non vorrei che dietro queste mosse ci fosse l’astuzia dei soliti strateghi della sinistra provinciale, sempre pronti a mettere un piede in ogni campo per condizionare il futuro della città e cui forse il “Fabbri” evoca vittorie eccezionali come a Ferrara che in parte loro hanno appoggiato.
La destra alla quale io mi sento vicino non può né deve scendere a compromessi di questo genere.
Da semplice elettore, credo che il centrodestra debba avere il coraggio di presentarsi compatto e coeso. Se un’intesa tra Negri e Bellotti non fosse possibile, almeno si eviti lo spettacolo di cambi di casacca e di trasformismi che finiscono solo per disorientare e allontanare i cittadini. Forse una figura come Emanuele Mari, con la sua esperienza, il suo equilibrio e il suo radicamento nel territorio, potrebbe rappresentare quella sintesi capace di unire e di ridare credibilità alla nostra area politica senza imbarcare gente ovunque e soprattutto con una regia che venga da Ferrara.
Con stima e rispetto,
Enrico Carli
Un elettore liberale di destra