Avrebbero minacciato un ragazzo per recuperare 600 euro relativi a un presunto debito di droga. Ma quando avevano deciso di passare dalle parole ai fatti, andando sotto casa del giovane, quest’ultimo li aveva avvertiti che avrebbe telefonato alle forze dell’ordine, facendo naufragare il loro piano.
Protagonisti della vicenda, avvenuta il 22 maggio 2024 a Pontelagoscuro, due uomini italiani che andranno a processo con l’accusa di tentata estorsione. Uno è un 59enne, l’altro ha invece 46 anni, attualmente è in carcere e lo scorso aprile aveva già ricevuto in primo grado una condannato a cinque anni in un procedimento che lo vedeva coimputato con la sorella 34enne, a cui il tribunale di Ferrara ha invece inflitto tre anni di pena, sempre per il reato di tentata estorsione.
Al centro del nuovo processo c’è una telefonata che, secondo la Procura, il 46enne avrebbe fatto al ragazzo. “Se non porti i soldi, veniamo a prenderti e ti facciamo fare tre mesi di ospedale”, gli avrebbe detto, aggiungendo successivamente che – qualora non avesse obbedito a quell’ordine – sarebbe andato, insieme al 59enne e ad altri uomini di nazionalità albanese che erano con lui, sotto la casa in cui il giovane viveva con l’anziano nonno per fare del male a entrambi.
E in effetti, circa mezz’ora dopo quella telefonata intimidatoria, il 46enne e il 59enne si sarebbero presentati davanti all’abitazione della presunta vittima. Dopo essere entrati nel cortile, avrebbero ricontattato il ragazzo al telefono cellulare, ribadendo la richiesta di denaro e minacciandolo che, se fosse arrivato un rifiuto, avrebbero utilizzato la forza per entrare in casa. Il piano, però, è saltato: il giovane non solo si è rifiutato di consegnare il denaro, ma ha anche avvertito i due che avrebbe immediatamente chiamato le forze dell’ordine.
La reazione del ragazzo ha così messo fine al tentativo di estorsione, costringendo i due uomini – per cause indipendenti dalle loro volontà – a desistere, aprendo la strada all’inchiesta che oggi li vede imputati davanti al tribunale di Ferrara.
Il processo tornerà in aula il 18 marzo, quando inizierà l’istruttoria dibattimentale davanti al collegio del tribunale di Ferrara.
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