Eventi e cultura
25 Settembre 2025
In dialogo con Matteo Bianchi lo scrittore presenta "Bella e perduta. Canto dell’Italia garibaldina" e "Verranno di notte. Lo spettro delle barbarie in Europa"

Paolo Rumiz al Bolognesi per un incontro tra storia e memoria

di Redazione | 2 min

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Dopo cinque anni d’assenza, Paolo Rumiz torna a Ferrara. Lo fa in un luogo che della parola e dell’impegno ha fatto la propria cifra: il Circolo Arci Bolognesi. L’appuntamento è per venerdì 26 settembre, alle ore 18, quando – in dialogo con il libraio e giornalista Matteo Bianchi – lo scrittore presenterà due dei suoi lavori più recenti, pubblicati da Feltrinelli: Bella e perduta. Canto dell’Italia garibaldina e Verranno di notte. Lo spettro delle barbarie in Europa, libro con cui è entrato nella quartina finalista del 61° Premio Estense.

Due volumi distinti ma profondamente intrecciati, che percorrono il cuore inquieto del nostro tempo con l’inconfondibile passo narrativo di Rumiz. Verranno di notte è una veglia lucida, a tratti allarmata, che attraversa le derive belliche e autoritarie del nostro continente: da Trieste, città di confine e simbolo di convivenze e fratture, l’autore osserva i segnali di una ricaduta nel sonno della Storia. Parole svuotate come “libertà” e “pace”, confini che tornano a serrarsi, nuovi muri, nazionalismi rabbiosi. Il presente ha il volto smarrito del 1914 e l’incoscienza di Sarajevo nel 1992.

Bella e perduta, invece, nasce da un doppio impulso: il recupero del diario di viaggio garibaldino scritto nel 2010 e la rilettura, a distanza di quindici anni, delle lettere ricevute da lettrici e lettori in risposta a quel racconto. Ne emerge un testo a due voci, in cui un Garibaldi redivivo – acceso, ironico, radicale – interpella l’Europa di oggi, denuncia le baronie della finanza globale e la strumentalizzazione della religione nei conflitti, senza dimenticare la retorica populista che divide per governare. Una lettura necessaria, che restituisce al Risorgimento la forza di mito fondativo ancora capace di parlare al nostro presente.

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