Stellata. Il museo civico-archeologico di Stellata si prepara a rifarsi il look, migliorando l’accessibilità, ma dotandolo anche di una riorganizzazione complessiva dell’esposizione al suo interno. Un progetto corposo e al tempo stesso ambizioso, che si appresta ad essere candidato dal Comune di Bondeno ad un bando pubblicato dalla Regione sulla base della delibera n. 921 dello scorso 16 giugno.
Uno dei capisaldi del bando è proprio la possibilità di ampliare l’allestimento, aggiornando dove possibile anche l’apparato tecnologico per facilitare la fruibilità dei materiali esposti. In tal senso, esperienze tattili-sensoriali potrebbero essere utili per favorire l’accessibilità.
L’intenzione è quella di lavorare anche per rendere più aderenti alle esigenze dell’epoca contemporanea la comunicazione e l’informazione rivolta al cittadino.
«Il nostro museo di Stellata ha compiuto vent’anni di attività nel 2024 – dicono il sindaco Simone Saletti e l’assessore alla Cultura, Francesca Aria Poltronieri –. Un momento che è stato celebrato degnamente in paese, ma che ha voluto dimostrare come questo polo culturale sia tra i più attivi e significativi del territorio».
Negli anni precedenti alla pandemia, «il museo è stato al centro dei progetti di “archeologia partecipata” riguardanti la Terramara di Pilastri, ed anche dei saggi di scavo svolti nelle località tra Burana e Pilastri, che hanno riportato alla luce manufatti e antiche monete, al centro peraltro di convegni e attività scientifica. Vorremmo che alcuni di questi reperti potessero trovare casa a Stellata».
L’esperienza di un ventennio di attività suggerisce oggi che sia arrivato il momento di rinnovare l’esposizione del museo, favorendo l’inclusione e la partecipazione.
«Il bando al quale candideremo il nostro progetto – aggiunge Simone Bergamini del Gruppo Archeologico – va nella direzione di valorizzare inclusione e accessibilità, sia per quanto riguarda gli utenti diversamente abili, che per quanto riguarda la possibilità di comunicare attraverso diverse lingue a beneficio dei visitatori da altri Paesi. Vorremmo anche esporre nuovi reperti ritrovati in questi anni sul territorio e incentivare le collaborazioni con enti di ricerca e associazioni culturali».
Nel dettaglio, l’ampliamento, rinnovamento ed adeguamento dell’esposizione attuale potrebbe riguardare «l’inserimento all’interno delle vetrine già presenti nel percorso, o su appositi supporti, di alcuni dei più importanti reperti archeologici rinvenuti sul territorio bondenese, oppure reperiti in deposito presso il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara», si apprende dalla relazione introduttiva.
Per fare alcuni esempi, si parlerebbe di ritrovamenti avvenuti durante gli scavi archeologici della Terramara di Pilastri (nel periodo tra il 2013 e il 2018), della stele funeraria di M. Naevius Marcellus arrivata alcuni anni fa da Settepolesini e di materiali dalla necropoli romana delle Pilastresi (come un pozzo, anfore ed oggetti in ferro).
Senza dimenticare i vari materiali altomedievali e bassomedievali rinvenuti in diversi siti del territorio. Reperti che andranno valorizzati con il nuovo allestimento allo studio. «Il nostro museo ha ormai vent’anni di vita – conclude Simone Bergamini – e vorremmo accompagnarlo nella seconda decade del terzo millennio creando un ambiente al passo con i tempi».
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