Attualità
24 Settembre 2025
Rete per la Pace: "Già in passato il nostro Paese fu complice nel genocidio degli ebrei. Non vogliamo passare alla Storia per un altro genocidio che, questa volta, sta avvenendo in diretta"

Una lezione-denuncia in piazza per la Palestina

di Redazione | 2 min

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L’Onu, lo Stato di Palestina, il diritto internazionale violato e la posizione dell’Italia. Sono questi i temi che verranno affrontati in una “lezione – denuncia in piazza”, organizzata da Rete Pace Ferrara, mercoledì 24 settembre a partire dalle 18,30 in piazza Cattedrale.

Interverranno Alessandra Annoni, docente di Diritto Internazionale Unife, Patrizia Benvenuti, già funzionaria Onu e Alberto Andreoli, insegnante.

Sono 157 su 193 gli Stati nell’Onu che hanno già riconosciuto lo Stato di Palestina, o che hanno annunciato di farlo nelle prossime ore, nella consapevolezza che si tratta di un passo essenziale per l’attuazione delle Risoluzioni ONU che prevedono “Due Stati per due popoli”.

“Tra questi Paesi -scrivono gli organizzatori – non compaiono Italia, Germania e Stati Uniti, che, in questo modo, si stanno rendendo ogni giorno più complici del genocidio in atto a Gaza e nei Territori Occupati da Israele. Già in passato il nostro Paese fu complice nel genocidio degli ebrei. Non vogliamo passare alla Storia per un altro genocidio che, questa volta, sta avvenendo in diretta”.

“La stragrande maggioranza della popolazione – aggiungono – ne è consapevole, ma il Governo Meloni seguita a negarlo, nonostante i pronunciamenti dell’ONU stesso, a nascondersi dietro la sudditanza agli Usa, a limitarsi a prese di posizioni vaghe, deboli e ipocrite. Anche gli scioperi di questi giorni hanno dimostrato che la società civile, i lavoratori, gli studenti, sanno da che parte stare. Come Rete Pace Ferrara chiediamo che l’Italia riconosca lo Stato di Palestina, che fermi il traffico d’armi verso Israele, che adotti sanzioni e boicotti l’economia israeliana. Che scelga, finalmente, di stare dalla parte della pace, della giustizia e dell’autodeterminazione dei popoli”.

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