In una sala consiliare di una cittadina di diecimila abitanti, si è consumato un gesto politico che parla al mondo intero. Argenta, comune del Ferrarese, ha scelto di sospendere ogni rapporto istituzionale con il governo israeliano. Una decisione che arriva non in un momento qualunque, ma due giorni dopo che le Nazioni Unite hanno certificato ufficialmente che a Gaza è in corso un genocidio.
Quello che altrove è esitazione o calcolo, qui diventa chiarezza: Argenta ha alzato la voce, trasformandosi da periferia geografica a centro morale della politica. Argenta non è nuova a conoscere la devastazione della guerra. Nell’aprile del 1945 la città fu teatro di uno degli scontri più duri della fase finale della Seconda guerra mondiale: la Battaglia delle Valli di Comacchio e lo sfondamento della Linea Gotica. In quei giorni, Argenta fu rasa al suolo e da allora viene ricordata come la “Montecassino del Nord”.
Quella memoria di macerie e sangue riaffiora oggi come monito. Un comune che ha vissuto la distruzione totale sceglie di non restare indifferente di fronte ad altri popoli che subiscono la stessa sorte. La storia di Argenta , memoria che crea futuro. Il voto del Consiglio non è un fulmine a ciel sereno. Argenta porta con sé una lunga tradizione di impegno civile: ha accolto profughi, organizzato mobilitazioni, costruito ponti di solidarietà. La mozione approvata è figlia di questa storia: la convinzione che la pace non sia un’utopia, ma un compito.
La delibera ricorda la ferocia dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, ma sottolinea con forza la sproporzione della risposta israeliana: oltre 62.000 vittime accertate, in larga parte donne e bambini; ospedali, scuole e convogli umanitari bombardati; giornalisti e operatori della Croce Rossa uccisi. Le più autorevoli organizzazioni internazionali parlano senza esitazioni di crimini di guerra e di genocidio.Di fronte a questo scenario, Argenta sceglie la rottura. Non si limita alla condanna verbale: interrompe i rapporti istituzionali, chiedendo al Governo italiano di fare lo stesso e di sospendere quelli economici. Lo scontro politico .Il dibattito in Consiglio è stato acceso. Le opposizioni hanno bollato il documento come “non presentabile”. Parole che hanno acceso la risposta del sindaco Andrea Baldini, che ha difeso la mozione con fermezza:
“In momenti storici come questo non è possibile restare neutrali o in silenzio. Assumere una posizione chiara non è un esercizio ideologico, ma un dovere morale e politico.”
La sua voce ha trasformato la discussione in un passaggio politico memorabile: la coscienza di una città che non si piega alla diplomazia dell’indiffereza . Il voto non resta confinato entro le mura del municipio. Con il suo atto, il Consiglio chiede al Governo italiano di condannare senza ambiguità le azioni del governo Netanyahu, di interrompere rapporti economico-commerciali e di adottare misure concrete di pressione.
È la proiezione di una voce locale che diventa nazionale: la dimostrazione che anche una comunità di provincia può orientare il dibattito di un Paese In un’epoca in cui la politica spesso tace o balbetta di fronte ai massacri, la scelta di Argenta assume un peso che travalica i numeri e le geografie. È il ripristino di un principio: l’articolo 11 della Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli.
Collocare questa decisione a due giorni dalla certificazione ONU del genocidio significa amplificarne la forza. È come incidere, con un atto amministrativo, una parola di verità dentro la cronaca del presente.
Roberto Baldisserotto