Attualità
21 Settembre 2025
Consegnati in Prefettura 11 riconoscimenti ai familiari di militari e civili catturati e deportati dopo l’armistizio

Medaglie alla memoria, Ferrara onora gli Internati nei lager nazisti

di Redazione | 3 min

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Si è svolta presso la Prefettura di Ferrara a Palazzo Giulio d’Este, nella mattinata di sabato 20 settembre, la cerimonia solenne di consegna delle Medaglie d’onore del Presidente della Repubblica in occasione della 1ª Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la seconda guerra mondiale, istituita con la legge 13 gennaio 2025 n. 6.

Nel corso della celebrazione sono state conferite 11 Medaglie alla memoria a militari e civili che, dopo l’8 settembre 1943, furono catturati e deportati nei campi di prigionia in Germania, dove subirono lavori forzati e condizioni durissime prima di rientrare in Italia solo dopo la Liberazione. Alla cerimonia hanno preso parte i rappresentanti dei Comuni del territorio: tra gli altri, l’assessora Nadia Cai per Argenta, il sindaco Edoardo Accorsi per Cento, il sindaco Fabrizio Pagnoni per Copparo, l’assessora Cristina Coletti per Ferrara e la vicesindaca Francesca Molesini per Portomaggiore.

A ricevere la Medaglia alla memoria è stato innanzitutto Marino Costa di Argenta, militare catturato a Trieste il 9 settembre 1943 e costretto a lavorare prima in un cantiere navale e poi come barelliere; liberato nell’aprile del 1945, fece ritorno in Italia solo in autunno.

Da Cento è stato ricordato Bruno Vincenzi, catturato in Albania e deportato in Germania, dove venne destinato a lavorare nelle ferrovie; rientrò a casa soltanto nell’agosto del 1945 dopo due anni di prigionia.

Un riconoscimento è andato anche a Giovanni Cafiero, civile originario di Brindisi, ha vissuto a Copparo e Bottrighe (Rovigo), dove è deceduto. Nel luglio 1944 fu deportato in Germania e costretto ai lavori forzati nelle fabbriche della Ruhr; riuscì a fuggire durante un bombardamento e a tornare in patria grazie alla Croce Rossa.

La città di Ferrara ha visto insigniti diversi suoi concittadini. Giuseppe Felisati, giovane militare catturato in Friuli, fu internato in più campi di concentramento tedeschi e impiegato in duri lavori manuali, riuscendo a tornare solo dopo la fine del conflitto. Stessa sorte per Giuseppe Fortini, catturato a Durazzo e deportato nel campo di Königsberg, dove conobbe la fatica e la privazione dei lavori forzati, prima di rientrare nel dicembre del 1945.

Fu catturato a Cremona con il suo reparto Corrado Ghesini, che subì l’internamento in diversi campi tedeschi fino alla liberazione nel maggio 1945; anche lui dovette affrontare mesi di lavoro coatto in condizioni estreme. Diverso il destino di Arrigo Pelucchi, deportato in Germania dopo la cattura in Albania: qui venne impiegato come sarto per cucire le divise dei militari tedeschi, fino alla liberazione dell’8 maggio 1945.

Tra i ferraresi è stato ricordato anche Giuseppe Sandri, catturato sul fronte albanese nel 1944 e costretto a lavorare nelle miniere tedesche in condizioni terribili; venne liberato nel marzo del 1945. A lui si affianca la storia di Sesto Teodorini, preso a Udine e deportato in Germania, dove fu costretto a lavorare in diverse fabbriche di guerra fino all’agosto del 1945.

Infine, la memoria ha reso onore a Ottobrino Voglia, catturato in Grecia e internato nei campi di Thor e poi di Danzica, dove venne destinato a un cantiere navale, e a Giuseppe Marchetti di Portomaggiore, anch’egli catturato in Grecia e costretto a lavorare in un’azienda agricola tedesca fino alla liberazione.

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