Attualità
19 Settembre 2025
Lo studio multicentrico dell’Università di Ferrara pubblicato sul New England Journal of Medicine dimostra che un programma di esercizio fisico e nutrizione personalizzato riduce l’impatto della malattia nei pazienti over 65

Unife, programma post-infarto riduce del 43% decessi e ospedalizzazioni negli anziani

di Redazione | 3 min

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Un modello di intervento su misura per migliorare la salute e l’autonomia di una popolazione di pazienti in costante crescita, quella delle persone colpite da infarto. Arriva dall’Emilia-Romagna il progetto Pipeline, che ha dimostrato come un percorso ambulatoriale gratuito e integrato nel contesto ospedaliero, dedicato alla prevenzione secondaria dopo infarto miocardico, sia in grado di ridurre in modo significativo la mortalità e le riospedalizzazioni, migliorando al contempo la qualità di vita e la capacità funzionale dei pazienti anziani.

Secondo i dati pubblicati sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine, a un anno dall’inizio del programma i pazienti seguiti con il modello Pipeline hanno mostrato un calo del 43% di mortalità o nuovi ricoveri rispetto a chi ha ricevuto solo le raccomandazioni standard sulle corrette abitudini di vita.

Lo studio, coordinato da un gruppo di medici e ricercatori dell’Università di Ferrara, si è svolto in sette centri dell’Emilia-Romagna e ha preso in considerazione 512 persone di età compresa fra 75 e 84 anni.
A guidarlo Gianluca Campo, professore del Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna dell’Università di Ferrara, direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare e Direttore del Laboratorio di Interventistica Cardiovascolare della Aou di Ferrara, insieme a Giovanni Grazzi, professore del Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione e direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport e dell’Esercizio fisico dell’Università di Ferrara.

“Il modello di intervento proposto nello studio Pipeline è fortemente orientato alla valutazione funzionale e al superamento degli ostacoli al cambiamento. Nel primo anno dopo la dimissione sono previste sei visite ambulatoriali, durante le quali il programma di attività fisica viene aggiornato e poi svolto a domicilio in autonomia. Ad ogni visita, durante una facile camminata sulla distanza di un km su tappeto rotante, gli operatori verificano l’adesione alle raccomandazioni ricevute, controllano la funzionalità cardiometabolica e supportano il paziente nella promozione e nel mantenimento a lungo termine delle ‘buone abitudini’” spiega Grazzi.

“Un approccio innovativo se consideriamo che oggi, nonostante sia noto che le ‘buone’ abitudini nutrizionali e di attività fisica migliorano la prognosi, non sono facilmente fruibili supporti all’adozione e al mantenimento nel lungo termine di sani stili di vita. Anche laddove siano disponibili, centri di riabilitazione che prevedono programmi intensivi di qualche settimana, frequentemente si assiste al ritorno alle abituali ‘cattive’ abitudini già 3-6 mesi dopo l’evento” continua il professor Campo.

Lo studio rappresenta un importante passo avanti: un nuovo modello di prevenzione secondaria orientato al cambiamento comportamentale a lungo termine, sicuro ed efficace nel migliorare la prognosi di pazienti anziani dopo infarto miocardico.

“I risultati sono stati sorprendenti: durante il primo anno dopo l’infarto, nel gruppo di intervento si è dimostrata la riduzione del 43% di mortalità o successivi ricoveri, in particolare per insufficienza cardiaca. Il programma Pipeline è semplice, di basso costo e dunque sostenibile e offre una speranza concreta per migliorare il ‘continuo di cura’ di persone anziane che sempre più frequentemente accedono ai reparti di Cardiologia in Italia e nel mondo. Un risultato davvero significativo, se pensiamo che le malattie cardiovascolari sono responsabili di oltre 18 milioni di decessi globali ogni anno, con stima al raddoppio al 2050. Tra queste una parte rilevante è rappresentata da persone con infarto miocardico” conclude il p rofessor Grazzi.

Per saperne di più

Lo studio Multidomain Rehabilitation for Older Patients with Myocardial Infarctio è stato pubblicato il 29 agosto sulla rivista New England Journal of Medicine.
Le autrici e gli autori sono: Erica Menegatti, Martina De Raffele, Simona Mandini, Donato Martella, Nicola Pesenti, Gianni Mazzoni, Simone Biscaglia, Stefano Volpato, Giovanni Grazzi, Gianluca Campo.

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