A Reggio Emilia, pochi giorni fa, è morto un 41enne a seguito dell’impiego da parte delle forze dell’ordine del taser. È il terzo decesso in poco più di un mese mentre dall’inizio dell’anno in Italia sono state 5 le persone fermate con l’utilizzo di questo “strumento di dissuasione” che hanno perso la vita.
Fabio Anselmo, Arianna Poli e Leonardo Fiorentini (primo firmatario) hanno deciso, anche a seguito del “forte dibattito” che si è riacceso in Italia e all’estero, di interpellare la giunta comunale di Ferrara affinché relazioni sulle dimensioni dell’utilizzo che gli agenti della Polizia Locale di Ferrara ne stanno facendo.
Oltre alla dimensione del loro utilizzo e al numero di taser in dotazione i tre consiglieri della Civica Anslemo chiedono anche di capire quali sono le “regole di ingaggio”: “quando è consentito l’uso, modalità di impiego, procedure sanitarie successive all’uso”.
Chiedono di indicare, “per ciascun episodio in cui è stato eventualmente usato il taser, se sono stati attivati soccorsi sanitari e/o Trattamenti Sanitari Obbligatori e se sono state avviate indagini interne o segnalazioni all’autorità giudiziaria”. Per riuscire ad avere un paragone vorrebbero riscontri anche sull’eventuale utilizzo di “manganelli, spray urticanti e armi da fuoco in dotazione, con distinzione numerica e indicazione dei protocolli adottati per l’impiego e se esistano statistiche interne riguardanti l’uso di ciascuno di questi strumenti”.
Portando l’esempio della sindaca di Genova Silvia Salis e del Comune di Pavia si domandano se non sia opportuno, “in via cautelativa, sospendere l’impiego operativo dei taser da parte della Polizia Locale del Comune di Ferrara fino a che non siano disponibili chiarimenti tecnico-scientifici definitivi, aggiornamento delle linee guida nazionali, esiti delle inchieste in corso sugli eventi recenti e ulteriori garanzie su formazione e procedure”.
Infine, se non si dovesse arrivare alla sospesine, sostengono la necessità che il Comune relazioni pubblicamente ogni anno “sull’equipaggiamento letale e non-letale e sull’uso degli strumenti di forza da parte della Polizia Locale (dati aggregati, numero di utilizzi, formazione, esiti), al fine di garantire trasparenza e controllo democratico”.
Tutto questo alla luce di criticità riscontrate anche dall’associazione Antigone, da Amnesty International e dal Comitato contro la Tortura delle Nazioni Unite.
“Antigone – scrivono – si è espressa in più occasioni sul pericolo nell’utilizzo di tale strumento definendo il taser «arma potenzialmente letale» e invitando amministrazioni e consigli comunali a opporsi alla sua diffusione fino a chiarimenti scientifici e garanzie procedurali”. Amnesty e altre associazioni internazionali hanno invece “sottolineato negli anni i rischi di questa arma”.
Infine “il Comitato contro la Tortura delle Nazioni Unite ha mostrato preoccupazione per l’uso del Taser che provocando dolore estremo, può costituire una forma di tortura e in alcuni casi può causare la morte”.
I consiglieri notano che “in molti casi, probabilmente prevalenti, il Taser è utilizzato per fermare una persona in stato di agitazione fisica o psichica, dovuta a problemi di salute mentale o uso di sostanze psicotrope legali o illegali, ovvero una popolazione che tendenzialmente è esposta ad una maggiore vulnerabilità alle conseguenze della scarica elettrica”.
“Il Comune di Ferrara – aggiungono – ha il dovere di tutelare la sicurezza dei propri cittadini e di garantire trasparenza sull’equipaggiamento e sulle procedure delle forze di polizia locale operanti sul territorio comunale, garantendo al contempo alle stesse di utilizzare strumenti sicuri per sé e per le persone che eventualmente devono contenere durante interventi di pubblica sicurezza”.
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