Comacchio. “Mio marito aveva preparato sulla scrivania 4.500 euro da dare a quello che si presentava come un avvocato. Quando quest’ultimo era uscito di casa di casa dopo aver preso i soldi, realizzai che ci aveva fregati e chiamai subito i carabinieri”. Finisce così la testimonianza di una delle sette signore anziane che – tra settembre e ottobre 2019 – erano finite nella trappola di tre presunti malviventi, un 46enne e una 40enne di Napoli e un 45enne di Carpi, oggi a processo con l’accusa di truffa in concorso tra loro.
La vittima, che oggi ha 90 anni, è stata ascoltata ieri mattina (martedì 16 settembre) in tribunale a Ferrara. Davanti alla giudice Rosalba Cornacchia, in aula, la donna ha ripercorso passo dopo passo quanto le era accaduto in quegli istanti. Ha così raccontato che quel giorno era stata raggiunta telefonicamente da un finto maresciallo dei carabinieri di Porto Garibaldi che l’aveva informata di un incidente stradale che il figlio aveva avuto pochi minuti prima con la propria automobile lungo la SS309 Romea.
Nessuno era rimasto ferito, ma l’avevano avvisata che servivano 4.500 euro da consegnare a un avvocato – che li sarebbe andati a prendere a domicilio – perché il figlio aveva problemi con la copertura assicurativa. “Mi dissero che se avessi pagato la multa, mio figlio sarebbe stato libero. Sennò l’avrebbero portato in carcere a Ravenna e poi l’avrebbero processato il giorno dopo. Dissi a mio marito di preparare i soldi. Purtroppo non sapevo come comportarmi in quella situazione, se era così che dovevo agire”.
A casa dei due anziani, qualche minuto più tardi da quella telefonata, si presentò quindi un fantomatico avvocato. “Era vestito con un abito due pezzi, elegante, in testa aveva un cappello con la visiera che gli nascondeva un po’ il volto. Entrò in casa, prese i soldi e poi andò via subito. Come uscì di casa, capii che ci aveva fregato e chiamai i carabinieri” ha ricordato la signora, amareggiata per essere stata ingannata dentro le mura di casa propria, nel momento in cui pensava di proteggere il figlio da un guaio giudiziario che in realtà non era mai esistito.
Durante l’udienza di ieri mattina è stato sentito anche un ispettore della polizia di Stato che ha ricostruito le indagini che hanno portato a individuare i tre come presunti responsabili delle truffe. Il processo tornerà nuovamente in aula il 9 dicembre, quando l’istruttoria dibattimentale proseguirà con l’ascolto di altre persone offese.
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