Una scia di furti durata due anni, tra Sardegna ed Emilia, con un bottino che ha attraversato il mare per finire nelle mani di una donna residente in provincia di Oristano ma “operativa” anche nel Ferrarese. È qui, infatti, tra Ferrara e Comacchio, che i carabinieri di Copparo hanno rintracciato parte della refurtiva e ricostruito l’ultima tappa della sua attività illecita.
La storia parte da Pompu, piccolo centro dell’Oristanese, dove lo scorso dicembre erano spariti alcuni monili in oro da un’abitazione. Le indagini della Stazione di Morgongiori avevano già permesso di intercettare parte della refurtiva in un compro oro locale, portando sulle tracce della ricettatrice. La donna, per sfuggire agli investigatori, aveva però fatto perdere le proprie tracce, spostandosi in Emilia.
È stato grazie alla collaborazione tra i militari della Compagni di Mogoro e i carabinieri di Copparo che la pista si è riaperta fino al Ferrarese. Qui, nel corso di una perquisizione, i militari hanno trovato altri gioielli rubati a Pompu, ma anche numerosi preziosi dei quali la donna non è stata in grado di giustificare la provenienza: in totale 41 monili d’oro, quasi 200 grammi di refurtiva.
Gli accertamenti incrociati delle banche dati delle forze dell’ordine hanno permesso di collegare quel tesoro ad almeno nove furti avvenuti negli ultimi due anni tra Oristano, Cagliari e, appunto, Ferrara e Comacchio. Proprio nel periodo natalizio, quando molte famiglie erano fuori casa, e mentre la donna si trovava ancora nell’isola, si sono verificarti numerosi furti di oggetti di valore poi piazzati nel circuito della ricettazione.
Oggi, dopo il decreto di dissequestro e restituzione firmato dalla mProcura di Oristano, i gioielli sono tornati ai legittimi proprietari. Ma le indagini non si fermano: i carabinieri del Comandi provinciali di Oristano e Ferrara stanno lavorando per ricostruire eventuali altri episodi, in particolare nel territorio emiliano, dove la ricettatrice aveva stabilito la sua nuova base.
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