Alla festa nazionale Udc, alla presenza di Meloni, Salvini, Tajani, il ministro Adobi e il Ministro delle Finanze Giorgetti, è stato presentato il piano Bizzarri, promosso da Riccardo Bizzarri, responsabile nazionale economia e fisco Udc ed ex sindaco di Masi Torello. Il progetto nasce dalla filosofia di far sì che “il fisco diventa un po’ più umano”.
In Italia si dice che le tasse non le scampa nessuno, ma spesso è l’incertezza a pesare più del conto da pagare. Bizzarri ha messo sul tavolo tre proposte che potrebbero cambiare le regole del gioco: rottamazione quinquies, separazione dei poteri nella magistratura tributaria e safe harbor fiscale. Tre termini che a prima vista suonano tecnici, ma che in realtà raccontano un’idea semplice: meno paura, più giustizia, più certezza per i contribuenti.
Quanto alle rottamazioni, il responsabile dell’Udc chiarisce che la rottamazione quinquies non è un condono, ma “un’opportunità di chiudere i conti col passato e ripartire davvero”. Il nuovo meccanismo prevede il pagamento in dieci anni di rate, un percorso che non è più “una stangata impossibile, ma un percorso sostenibile”. Viene previsto anche lo stralcio dei debiti minori, perché intasare i tribunali e i bilanci per poche centinaia di euro non ha senso, e non ci sarà alcun premio per i furbi, ma “una chance per chi è rimasto indietro per difficoltà reali”. In sostanza, lo Stato non vuole più fare la guerra ai cittadini, ma recuperarli alla legalità, e ogni contribuente regolare ne guadagna, perché uno Stato che incassa meglio può anche chiedere meno.
Sul fronte della magistratura tributaria, Bizzarri interviene per affrontare un tema sensibile: la percezione di parzialità dei giudici nel contenzioso tributario. Serve “una vera separazione dei poteri”, sottolinea, perché “chi accerta non può essere lo stesso che giudica”. Solo così si può garantire un processo equo, aumentare la fiducia dei contribuenti – che sapranno di trovarsi davanti a un giudice realmente imparziale – e portare il fisco nell’alveo dello Stato di diritto: non più “sudditi davanti al fisco”, ma cittadini davanti alla legge.
Infine, il safe harbor fiscale, definito il “porto sicuro” dall’Udc, punta a porre fine all’incertezza normativa che spesso accompagna il rapporto con l’Agenzia delle Entrate. Bizzarri propone “regole chiare, scritte una volta per tutte”, con diritti e doveri certi e lo stop all’arbitrio interpretativo, perché nessuno possa più dire che “forse” si sarebbe dovuto fare diversamente. L’obiettivo è un fisco più umano, più europeo e finalmente prevedibile.
La forza del piano Bizzarri sta nel suo approccio integrato: la rottamazione quinquies serve a sanare il passato, la separazione dei poteri rende più giusto il presente e il safe harbor dà certezza al futuro.
Se queste proposte fossero approvate, dichiara Bizzarri ,forse per la prima volta i contribuenti italiani potrebbero fare “un sospiro di sollievo non quando arriva la rottamazione, ma quando arrivano le regole chiare”.
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