Speranza per una nuova fase ma anche l’incognita di non avere (per ora) un piano per il futuro. Chi lavora alla Vm è diviso tra questi due sentimenti in attesa dell’incontro di lunedì 15 settembre nel quale la nuova proprietà, Marval, dovrebbe dare informazioni aggiuntive in merito alle idee che ha sull’aziende recentemente acquisita.
“Lunedì – dice ai nostri taccuini Gianni Cotugno, segretario Fiom Emilia Romgana – abbiamo il tavolo in Regione dove dovranno chiarirci il progetto dell’azienda”.
Sebbene sia “una bene uscire dalla fase di incertezza e di assenza di progettualità che ha caratterizzato gli ultimi anni”, il segretario precisa anche che “di per sé l’acquisto non dice nulla”.
Serve un confronto e vedere le carte sul tavolo, “non si può pensare di andare avanti come negli ultimi anni” e serve sapere cosa “vogliono fare” oltre a “quello che c’è ora”. La Vm produce in particolare motori nautici e per la meccanica agricola.
Un piano che possa “dare sicurezza all’occupazione attuale” mentre Cotugno e la Fiom si auspicano un incremento anche nel numero dei lavoratori che negli ultimi dieci anni è passato da 1200 a poco più di 300.
L’11 settembre, davanti ai cancelli di Vm, il segretario ha potuto anche respirare lo stato d’animo dei lavoratori: “Sollievo rispetto a una storia che finisce e che ultimamente sembrava non avere più respiro, ma anche la speranza che nei prossimi giorni possano arrivare novità più sostanziali“.
L’annuncio della cessione a Marval, una multinazionale specializzata nelle lavorazioni meccaniche di precisione per motori industriali destinati a macchine agricole, movimento terra, veicoli commerciali e autocarri, con sedi operative in Italia, Regno Unito e Cina, era arrivato ai sindacati nella serata del 10 settembre “in una breve riunione da remoto” con Stellantis.
“L’intesa – in ogni caso – dovrà essere sottoposta a tutte le procedure di legge per il suo perfezionamento, compresa naturalmente la consultazione sindacale”.
Primo incontro, come anticipato, quello del 15 settembre in Regione Emilia-Romagna. Lì, dice la Fiom, “chiederemo un piano industriale solido, la piena salvaguardia occupazionale, nonché tutte le tutele necessarie a salvaguardare gli interessi dei lavoratori anche in termini prospettici”.
“La fabbrica di Cento – aggiungono – ha difatti bisogno di un piano di rilancio, per superare l’attuale ricorso alla cassa integrazione. Dobbiamo capire se Marval ha la capacità di procurare nuove commesse e nuove lavorazioni”.
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