Argenta. Proseguono venerdì 12 settembre, a ritmo di anni ’80, le iniziative in cartellone nella 68ª edizione della Fiera argentana: alle 17.00 riapriranno le mostre, i percorsi espositivi, il Villaggio del volontariato, il Luna Park. In via Matteotti ed in via e piazza Mazzini lo shopping al Sapore di vintage con abbigliamento, accessori, vinili, oggettistica anni ’80.
Triplo impegno per la Biblioteca F.L. Bertoldi: sarà presente nel Villaggio del volontariato in Piazza Marconi con Biblioteca vintage, la vendita dei libri anni ’80 per finanziare le attività di promozione della lettura, con Wikipedia argentana anni ’80, un’originale installazione al centro della piazza che raccoglie i termini ed i modi di dire utilizzati in quegli anni e che invita gli argentani ad arricchire e a completare questa insolita raccolta e, infine, con la promozione di una rassegna cinematografica di film cult che prenderà avvio al centro culturale Mercato dopo la manifestazione fieristica.
Tante le iniziative per i bambini: nel Villaggio del volontariato dalle 17.00 alle 19.00 ci saranno le Mini Olimpiadi e, a seguire, la Baby Dance, mentre dalle 20.30 in poi in via Garibaldi un originale evento attende tutti i bambini.
Spazio sempre anche allo sport con il Torneo del Fierone (ore 13.00) al Circolo Tennis Argenta, la presentazione della 1ª squadra Cestistica SIMABIO, campionato di basket 25/26 sul palco di Piazza Marconi (ore 19.00) e sempre sullo stesso palco a partire dalle ore 21.00: spettacolo di danza e sport con Energie in movimento, Argenta Gym H24, ASD Salseri più che mai, ASD Geam Karate.
Nello spazio musicale curato dalla Scuola di Musica Solaris nella piazzetta di via Bolognesi dalle ore 20.00: Ale Buzzi – acoustic set e Blues Jam Band – Folk and Electric & Blues Revival ft. Diego Bit Box.
Alle ore 20.00 al Mercato centro culturale incontro con: Razamataz 1983-1991: non suonavamo ma ci facevamo sentire! Condotto da Pierfilippo Tebaldi, curatore della mostra, e dall’assessora alla Cultura del Comune di Argenta Monica Malagolini. Negli anni ’80, mentre la musica e la cultura mainstream erano dominate dall’edonismo consumista e dall’individualismo, un piccolo locale nella campagna intorno ad Argenta, il Razamataz, fu un’oasi di resistenza culturale. A più di quarant’anni dalla sua nascita, il suo ricordo è ancora vivo, e una mostra fotografica celebrativa ne ripercorre la storia, svelando perché è rimasto un’icona indelebile nel panorama “clubbing” della Romagna di quel tempo e non solo. In mostra si potranno vedere rare fotografie d’epoca, gli originali biglietti d’invito, oltre alla possibilità di scaricare un’esclusiva playlist gratuita per reimmergersi in quel clima coinvolgente e ormai leggendario che durò meno di un decennio, dal 1983 al 1991. Il Razamataz non era un semplice locale, ma un vero e proprio manifesto. La sua essenza era la musica: una selezione estremamente caratterizzante e iconica, lontana anni luce dal pop patinato dell’epoca. Qui si ballava, ad esempio, il synth pop malinconico e introspettivo dei Depeche Mode, il post-punk arrabbiato e poetico degli Smiths, ma anche il soul, il rhythm & blues dei grandi del passato come James Brown e lo ska della 2 Tone con i vari Specials e Madness. Questa proposta musicale non era casuale; era un rifiuto consapevole dell’omologazione, un modo per costruire un’identità alternativa e autentica.
In un’epoca in cui la musica dance si stava standardizzando, il Razamataz ebbe anche il merito di essere tra i primi casi in Emilia-Romagna a programmare regolarmente la house music, un genere rivoluzionario proveniente dalle periferie di Chicago e New York.
Con le sue pulsazioni ritmiche e un sound crudo e underground, la house music era l’antitesi della disco music luccicante e commerciale. Questa lungimiranza musicale cementò la reputazione del locale come punto di riferimento per chi era alla ricerca di suoni nuovi e non convenzionali.
L’anima del Razamataz, tuttavia, era la sua gente e il suo spirito.
Le serate non erano solo occasioni per ballare, ma per celebrare una comunità. I temi delle feste erano gioiosi e anti sistemici: dai pigiama party che abbattevano le formalità, ai toga party che univano tutti sotto un’unica, divertente divisa. Questi eventi erano un richiamo diretto a un carattere giovanile, conviviale e inclusivo, in totale contrasto con la competitività e l’isolamento promossi dal modello sociale dell’epoca.
Il perdurare del ricordo del Razamataz si spiega con il suo essere stato un’eccezione, un luogo dove l’inclusione, la convivialità e l’autenticità avevano più valore del successo individuale. A più di quarant’anni di distanza, la mostra fotografica non è solo un omaggio a un locale, ma una testimonianza di come una piccola comunità possa creare una cultura significativa che risuona ancora oggi.
La conclusione della serata è affidata ad Andrea Mingardi, che salirà sul palco per celebrare, con uno spettacolo unico, 50 anni di storie e brani di fama mondiale.
Mingardi, non solo cantante e musicista, ma anche scrittore e attore, esprime una carriera musicale che spazia dal rock and roll al rhythm and blues, fino alla musica demenziale e al dialetto bolognese. Inizia la sua carriera come cantante batterista di rock and roll nei Golden Rock Boys. Contemporaneamente, fa esperienza come cantante nella Rheno Jazz Gang. Nel 1976 ottiene successo di vendite e critica con “Datemi della musica”, canzone che anni dopo verrà riproposta da Mina. Successivamente crea la band internazionale Andrea Mingardi Supercircus. In seguito, compone canzoni dialettali ironiche, al limite del demenziale, con influenze musicali funky e blues.
Nel 1984 partecipa a varie tappe del Festivalbar. Nel 1988 partecipa alla realizzazione dell’album “Dalla/Morandi”. Scrive insieme a Lucio la versione italiana di “Time” di Tom Waits e con quella partecipa al Premio Tenco. Nel 1991, con la canzone “Caruso” vince la trasmissione televisiva Sapore di mare. Nel 1992 incide “Con un amico vicino”, in compagnia di Alessandro Bono e debutta al Festival di Sanremo. Nel ’93 presenta all’Ariston “Sogno”. “Amare amare” e “Canto per te” sono le proposte di Mingardi per i Sanremo 1994–1998. Nel 1995, con una sua fantastica versione della “battistiana” Io vivrò, vince la trasmissione televisiva Mina contro Battisti.
Nel 2000 pubblica Ciao ragaz, duettando con Guccini, Morandi, Carboni, Dalla, Bersani, Curreri e tanti altri. Nel 2004 Mingardi ritorna a Sanremo insieme ai Blues Brothers con il brano È la musica. Nel 2006 duetta con Mina nel brano Mogol e Battisti (contenuto nell’album della Tigre di Cremona Bau) e inizia con la grande cantante una collaborazione firmando ben otto brani nello stesso album. Appassionato da sempre di calcio, è fra i fondatori della Nazionale Cantanti. Nell’estate 2011 scrive il brano Gaetano e Giacinto insieme a Gaetano Curreri, segnando la sua prima collaborazione con gli Stadio. Partecipa all’Umbria Jazz e realizza l’album Tribute to Ray Charles. A dicembre 2012 esce Auguri auguri auguri, album di Natale dell’artista, colonna sonora del film Il peggior Natale della mia vita, al quale partecipa anche come attore. Nel 2018 esce Ho visto cose che…, il nuovo album di inediti di Mingardi: 13 tracce con cui il cantautore bolognese regala al pubblico una miscela di soul, rock, funky, blues e anche un po’ di rap, grazie al featuring con Frankie Hi-Nrg Mc nel brano Anima soul.
Apre la serata: AGA, vincitore del Contest Musicale “Vamos ad Argenta”. AGA, è un compositore, performer creativo e fondatore dell’etichetta Drummer Caffè. AGA è Alessandro Antolini batterista e docente di batteria da più di vent’anni, laureatosi alla Middlesex University di Londra. L’artista ha collaborato con il compianto Maestro Ezio Bosso ed ha pubblicato 4 dischi interamente composti da lui: R[Evolution], “Dream On” ed i recenti “IMAGINE” e “SHORT B
MOVIES”.