di Fabio Anselmo*
La sottile linea rossa tra l’ipersensibilità figlia del pregiudizio ideologico e la panofobia più semplicemente definita ‘paura di tutto’.
Mentre le cronache nazionali si occupano degli attacchi criminali alle barche della Global Sumud Flottilla, quelle locali danno massimo rilievo alle ‘barchette’ di carta con disegnata la scritta FreePalestine lasciate sul cancello di casa dell’assessora comunale Coletti.
Un atto definito come gravemente intimidatorio dalla Lega di Ferrara che, percependo come concreta e tangibile la paura della vittima, si stringe unita e sdegnata intorno a lei esprimendole, con veemenza, finanche accusatoria, la più sincera e sentita solidarietà.
La veemenza accusatoria trova la propria sublimazione nell’accorato intervento del sindaco Alan Fabbri ed è diretta contro gli autori di quell’ignobile gesto, non identificati, ma sapientemente evocati dall’accostamento fatto a quanto accaduto in un recente consiglio comunale che è stato interrotto da ragazzi che manifestavano a favore del riconoscimento dei diritti della Palestina denunciando il genocidio in atto a Gaza.
Il Sindaco si preoccupa giustamente per la sensibilità dell’assessora che denuncia come gravemente compromessa dal messaggio della barchetta cui attribuisce come percepito l’effetto concretamente minatorio dell’ “attenzione! Sappiamo dove abiti”.
Collega le più che legittime manifestazioni dei FreePalestine a questo ‘esecrabile’ episodio invitando tutti ad abbassare i toni e, cioè a smetterla e tacere.
Ho personalmente la massima stima per l’assessora Coletti ma faccio fatica a spiegarmi come possa averla turbata una barchetta di carta lasciata sul suo cancello di casa.
E come possa essere turbata a tal punto da ritenerla una minaccia criminale posta in essere da soggetti che vogliono il suo male.
All’assessora riconosco la assoluta pacatezza con la quale interpreta il suo ruolo, ben lontana dall’atteggiamento muscolare tenuto da Alan fabbri proprio in quel consiglio da lui evocato. Lo ricordiamo tutti.
Forse pecco di empatia nel sostenere questo. Forse è dovuto al fatto di aver subìto durante la mia carriera minacce di ben diverso genere e tanto più concrete e spaventevoli nonché, purtroppo, numerose.
Ma fare subito quei collegamenti è stato azzardato, renderli pubblici ancor di più, puntare il dito contro coloro che manifestano per la Palestina, imperdonabile. Succede poi che si è scoperto che quelle barchette intimidatorie erano state lasciate anche ai vicini di quartiere.
Succede ancora, poi, che gli autori sono risultati essere delle ragazzine per le quali abbiamo potuto apprezzare lo sconcerto dei genitori per il polverone sollevato.
Nel frattempo le barche, quelle vere, della Global Sumud Flottilla venivano colpite da un drone.
Silenzio.
Tornando a noi non rimarrebbe che porci il quesito se l’urto della Lega per la Coletti sia dovuto ad un fattore di ipersensibilità dovuta ad un forte pregiudizio ideologico nei confronti dei FreePalestine oppure, in caso contrario, ad una forma di paura per tutto o, meglio, per nulla.
Oppure a qualche altro motivo o scopo che lascio a noi ipotizzare.
*capogruppo lista civica Anselmo
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