Comacchio. Dal 1 settembre è partita la sesta campagna archeologica dell’Università di Bologna nell’area dell’antica città etrusca di Spina, uno dei più importanti porti del Mediterraneo tra VI e III secolo a.C. Diretta dal professore Andrea Gaucci, la missione coinvolge studenti e dottorandi dei Campus di Bologna e Ravenna, dell’Università La Sapienza di Roma e dell’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne, insieme a un’équipe internazionale di geoarcheologi dell’Université de Strasbourg e del CNRS francese.
Accanto al gruppo di ricerca, il Museo Delta Antico è partner della campagna: coordina le attività di divulgazione, gestisce le prenotazioni e fornisce supporto logistico-organizzativo alle iniziative sul territorio, in stretta sinergia con l’Ateneo bolognese e con gli uffici del Comune di Comacchio.
Dal 2022, le ricerche si concentrano nello scavo della parte occidentale dell’abitato antico, a nord del Canale Collettore Mezzano, con il supporto logistico del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara. L’Ateneo bolognese ha una concessione triennale e tutte le attività sono concordate con la funzionaria responsabile Dott.ssa Carolina Ascari Raccagni della Soprintendenza di Bologna. L’obiettivo principale è approfondire lo scavo del monumentale terrapieno in legno e terra, costruito intorno al 300 a.C. per delimitare e proteggere la città, e comprendere quale e dove fosse il limite della città a partire dalla sua fondazione attorno al 530-520 a.C.
«Si tratta di un’opera ingegneristica imponente – spiega Gaucci – che racconta come gli Etruschi affrontavano le sfide di un ambiente fragile e mutevole, dominato dalle acque. Lo studio dei pali lignei, dei resti botanici, delle conchiglie, grazie a progetti specifici, ci permette di ricostruire la gestione del legname e il suo uso, l’ambiente lagunare anche all’ora inquinato dai rifiuti della città che produceva e, attraverso tutto questo, conoscere in sostanza il farsi della storia partendo dalla vita quotidiana della comunità, il suo lavoro e i problemi che doveva affrontare».
La campagna 2025 punta a raccogliere nuovi dati sul fronte del terrapieno che dava verso la laguna, con particolare attenzione alle tecniche di manutenzione e alle modifiche della struttura avvenute nel tempo. Più rilevante sarà il secondo fronte di scavo, che indagherà il rapporto tra il terrapieno e l’area dell’abitato con le sue case e i suoi canali, cercando di intercettare i limiti dell’abitato prima della costruzione della monumentale struttura. L’indagine, parte del progetto internazionale Etruscans on the Sea – EOS, si inserisce in una tradizione di studi centenaria su Spina. Un altro importante fronte di ricerca riguarda lo studio delle necropoli di Spina. Dal 2007, la Cattedra di Etruscologia dell’Alma Mater – prima con Giuseppe Sassatelli e ora con Elisabetta Govi – porta avanti il progetto di edizione integrale della necropoli di Valle Trebba, che conta 1215 tombe documentate tra il 1922 e il 1935.
Grazie al sostegno dei fondi Alma Scavi dell’Università di Bologna e la collaborazione con la Soprintendenza, il Comune di Comacchio e il Museo Delta Antico, le ricerche proseguiranno nei prossimi anni, offrendo nuove chiavi di lettura sulla storia di Spina e sul rapporto millenario tra comunità umane e ambiente nel Delta del Po. A queste attività si affianca adesso il progetto francese ROMRIVERS – Sustainability of Roman fluvial structures, di cui l’Università di Bologna è partner.
Finanziato dall’Agence Nationale de la Recherche (ANR) e coordinato dal Dr. Ferréol Salomon (CNRS, Université de Strasbourg), il programma quadriennale studierà la sostenibilità delle infrastrutture idrauliche preromane e romane – argini, canali e banchine – e il loro impatto sugli ambienti di alcuni delle più importanti foci fluviali del Mediterraneo. Questa collaborazione rafforza l’approccio multidisciplinare e consentirà di leggere le trasformazioni del paesaggio deltizio in un quadro mediterraneo più ampio.
Accanto al lavoro scientifico, grande attenzione è rivolta alla divulgazione e alla partecipazione del pubblico: gli studenti sono coinvolti nello sviluppo di tesi di laurea, conferenze e pubblicazioni, mentre per cittadini e turisti sono previsti laboratori, visite guidate al cantiere di scavo e una conferenza finale a Comacchio.
Grazie alla collaborazione con il Museo Delta Antico ecco il calendario degli eventi aperti al pubblico:
Venerdì 19 settembre – Laboratorio materiali (Ex Casermetta Guardia di Finanza, ore 16.00 e 18.00, max 35 persone a turno)
Venerdì 26 settembre – Visita al cantiere di scavo (ore 16.00 e 18.00, max 35 persone a turno)
Sabato 27 settembre – Visita al cantiere di scavo (ore 10.00, 12.00 e 16.00, max 35 persone a turno)
Domenica 28 settembre – Visita al cantiere di scavo (ore 11.00, max 35 persone)
Sabato 11 ottobre – Conferenza finale (Sala Polivalente San Pietro, Comacchio, ore 18.00)
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria al centralino del Museo +39 0533 311316 o via mail all’indirizzo info@museodeltaantico.com
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