Attualità
10 Settembre 2025
La scuola di arabo di Ferrara è costretta a sospendere le attività in presenza dopo quattro anni di corsi e laboratori. La presidente Arianna Salmi lancia l'appello ad associazioni e istituzioni

Al Kalima chiude le aule: “Cerchiamo uno spazio per ripartire”

di Elena Coatti | 4 min

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Dopo quattro anni intensi, fatti di corsi, laboratori e momenti di festa, la scuola di arabo Al Kalima di Ferrara è costretta a sospendere le proprie attività in presenza. Gli spazi di via Mura di Porta Po che avevano accolto studenti e famiglie non sono più disponibili e, nonostante mesi di tentativi e ricerche, non è stata trovata una nuova sede. Una decisione sofferta, ma inevitabile.

“È una pausa amara – racconta la presidente Arianna Salmi – ma non è la fine. Non smettiamo di credere nel progetto, non smettiamo di lavorare. Stiamo cercando qualcuno che ci aiuti a trovare uno spazio: un’aula, una sala, un luogo dove poter continuare. Perché Al Kalima non può fermarsi qui”.

Nata nel 2021 come Associazione di promozione sociale, la scuola ha accolto solo nell’ultimo anno un centinaio di bambini e ragazzi dai 6 ai 15 anni e oltre una ventina di adulti. Ogni sabato, Ferrara si riempiva delle loro voci, in un percorso che non era solo linguistico, ma soprattutto identitario e culturale.

“La sfida principale per questi bambini, in particolare – spiega Salmi -, è crescere tra due mondi. A casa si parla un dialetto, ma non sempre i genitori hanno gli strumenti per trasmettere la lingua standard. Così i ragazzi vivono un’ambivalenza: italiani a tutti gli effetti, ma portatori di un’altra cultura dentro di sé. La scuola serviva a dare loro un posto dove sentirsi riconosciuti, dove capire che non erano soli. L’idea era semplice ma potente: possedere due culture è un vantaggio, non un limite. È un arricchimento che li renderà futuri cittadini del mondo più forti e aperti”.

Questa visione si è concretizzata non solo attraverso le lezioni, ma anche con esperienze indimenticabili. Dal laboratorio di calligrafia “Magiche lettere tra le dita”, condotto dal maestro iracheno Amjed Rifaie con calamo di bambù e musica di sottofondo, alle feste di fine anno, con recite, abiti tradizionali e la consegna degli attestati. All’ultima, il 25 maggio scorso, erano presenti anche l’assessora alla Pubblica istruzione e politiche giovanili Chiara Scaramagli e la coordinatrice dell’Ufficio inclusione alunni stranieri Laura Lepore: un segno tangibile di quanto la scuola fosse ormai entrata nel cuore della città.

“In quei momenti – dice Arianna – rivedevo i miei figli. Desidero che crescano consapevoli della loro doppia eredità culturale, orgogliosi di loro, pronti a vedere la diversità come ricchezza“.

Il metodo didattico di Al Kalima è stato un’altra innovazione. Insegnanti madrelingua hanno lavorato fianco a fianco con tirocinanti italiani, giovani studenti di arabo. Un lavoro di squadra che ha permesso di coniugare i metodi tradizionali con approcci più vicini alla didattica occidentale. “È stata una contaminazione reciproca – sottolinea Arianna – ed è uno dei motivi per cui università come Cà Foscari e Bologna hanno guardato con interesse al nostro progetto“. Un progetto unico nel suo genere: la scuola era ormai un punto di riferimento nel mondo dell’insegnamento della lingua araba.

Dietro questo percorso non ci sono solo numeri, ma persone: gli insegnanti Olfa, Rania, Giacomo, Najwa, Federico, Ilaria, Nahla, Rahma, Elena, Gianluca, Keroll, Aouatef, Faouzia, Sara, Céline, Sonia e Noureddine – marito di Arianna, vicepresidente e coordinatore dell’insegnamento – e le famiglie che hanno creduto in questa avventura. “A loro va il mio ringraziamento – dice la presidente – perché senza il loro entusiasmo e la loro fiducia non avremmo potuto seminare così tanto“.

Oggi, in attesa di un nuovo spazio, Al Kalima continuerà online grazie alla collaborazione con la scuola “Arabo con Bifluent”. Ma la vera sfida è tornare a incontrarsi di persona, per far sentire meno soli i più giovani. “Il nostro sogno – conclude Arianna – è riaprire presto le porte di un’aula, di un luogo dove la comunità possa ritrovarsi. Per questo lanciamo un appello: chiunque abbia la possibilità di offrirci uno spazio, chiunque creda nel valore di questo progetto, si faccia avanti. Al Kalima non vuole fermarsi, perché la lingua araba è un ponte tra culture che Ferrara non può permettersi di perdere”.

I recapiti della scuola restano a disposizione qualora qualcuno volesse offrire una soluzione per Al Kalima: alkalimaferrara@gmail.com e 329 5444808 (Arianna).

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