Il 9 settembre si celebra la Giornata Mondiale della Sindrome Feto-Alcolica e Disturbi Correlati (Fasd), una ricorrenza, istituita dal 1999, per accrescere la consapevolezza sui rischi legati al consumo di alcol in gravidanza. Le Aziende Sanitarie ferraresi aderiscono alla giornata sottolineando l’impegno nel contrastare una condizione ancora sottodiagnosticata, la Sindrome Feto-Alcolica (Fas) nella sua forma più grave, che configura una disabilità permanente nello sviluppo fisico, neurologico e comportamentale del bambino. L’obiettivo è intercettare precocemente i segnali e garantire una presa in carico tempestiva, fondamentale per migliorare gli esiti a lungo termine.
La sua incidenza a livello globale è stimata tra l’1% e il 5%, con picchi nei Paesi ad alto reddito. Nella provincia di Ferrara si stimano almeno una quarantina di casi tra i minori, ma solo un quinto al momento sono in carico ai servizi con diagnosi comprovata. Numerosi pazienti inducono sospetti diagnostici che non possono essere certificati in assenza della manifestazione completa dei sintomi o la conferma anamnestica dell’esposizione all’alcol in gravidanza. Questa “invisibilità” rende ancora più cruciale la giornata di consapevolezza e l’impegno collettivo.
L’Azienda Usl di Ferrara, insieme alle Istituzioni e alle Associazioni attive sul territorio, mantiene un elevato livello di attenzione sul tema. In particolare, il Servizio di Neuropsichiatria Infanzia Adolescenza (Uonpia) ha concentrato gli sforzi sulla ricerca di uno strumento per intercettare precocemente indicatori clinici ricorrenti. Uno studio sperimentale in via di pubblicazione ha analizzato retrospettivamente la clinica e le scale psicodiagnostiche, sviluppando un questionario osservazionale testato su 7 casi di bambini e giovani adulti adottati con diagnosi confermata, di età compresa tra i 10 e i 22 anni. Questa iniziativa, condotta in collaborazione con l’Associazione Aidefad, mira a fornire alla Neuropsichiatria Infanzia Adolescenza strumenti per riconoscere anche i segnali clinici più sfumati. Un’attenzione specifica è rivolta alle donne con dipendenze patologiche seguite dai Servizi SerD e alla valutazione dell’incidenza della Fasd tra i figli dei loro pazienti.
La presa in carico sanitaria per i pazienti adulti con Fasd vede la collaborazione tra i servizi specialistici del SerD e della Psichiatria territoriale e ospedaliera. Per i minori l’intervento dell’Uonpia è cruciale sia per gli aspetti diagnostici che per quelli terapeutici, riabilitativi e di rete con le scuole. La complessità della Fasd genera un notevole carico di sofferenza per pazienti e famiglie. Per questo, l’impegno collettivo di tutti i servizi sanitari, sociali e delle istituzioni in rete è l’unica via per superare il senso di impotenza verso una disabilità che è frutto di un comportamento modificabile attraverso una informazione diffusa e dettagliata. Gli interventi preventivi e curativi tempestivi nei “primi 1000 giorni di vita” (dal concepimento ai due anni del bambino) sono fondamentali per il suo sviluppo fisico e psichico e hanno un impatto positivo importante per l’individuo, i genitori e la collettività.
“La Sindrome Feto-Alcolica – sottolinea Franca Emanuelli, responsabile di Neuropsichiatria Infanzia Adolescenza e Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale Dipendenze Patologiche dell’Azienda Usl di Ferrara – rappresenta una sfida complessa per la salute pubblica, soprattutto a causa della sua sottodiagnosi e delle gravi conseguenze a lungo termine. Il nostro impegno in Uonpia, attraverso la ricerca e lo sviluppo di nuovi strumenti diagnostici come il questionario osservazionale, è volto a intercettare precocemente i segnali e ad attivare una presa in carico multidisciplinare che possa fare la differenza nella vita di questi bambini e delle loro famiglie. È cruciale che la comunità e i professionisti siano sempre più consapevoli che la Fasd è una condizione prevedibile, su cui possiamo e dobbiamo agire con tempestività”.
“Bisogna continuare a lavorare per ampliare le diagnosi e intercettare i casi che ancora sfuggono – mette in evidenza Alessandra Pisa, presidente di Aidefad – perché la Fasd smetta di essere una sindrome invisibile e si prenda consapevolezza a tutti i livelli, sanitario, educativo, politico e sociale, dell’incidenza dell’alcol in gravidanza e delle sue conseguenze, agendo con azioni preventive e fornendo l’adeguato supporto alle famiglie che ne portano il carico”.
L’Associazione Italiana Disordini da Esposizione Fetale ad Alcol e/o Droghe (Aidefad), da sette anni, opera su tutto il territorio nazionale a supporto delle famiglie con persone affette da Fasd. Il territorio ferrarese è stato un bacino di sperimentazione per numerosi progetti, poi replicati altrove, che hanno coinvolto istituzioni locali, sanitarie e scolastiche. Recentemente Aidefad ha contribuito con un intervento al Convegno di Ginecologia organizzato dall’Azienda Usl di Ferrara e dal Centro Salute Donna il 4 aprile 2025 e ha diffuso, tra i propri associati, il questionario osservazionale sviluppato dal Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale Dipendenze Patologiche (Daismdp). Grazie all’esperienza e ai dati raccolti, Aidefad è oggi partner di importanti ricerche scientifiche con prestigiose università e istituti nazionali, quali l’Università Cattolica di Milano, il Policlinico Umberto I di Roma, l’Unità Operativa Neuropsichiatria dell’età Pediatrica dell’Irccs Istituto delle Scienze Neurologiche, le Università di Catania, Bari e Napoli, che stanno lavorando ad un progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
L’impegno congiunto delle istituzioni sanitarie ferraresi e delle associazioni come Aidefad mira a trasformare la Sindrome Feto-Alcolica da condizione “invisibile” a una realtà riconosciuta, prevenuta e adeguatamente gestita. La diffusione di informazioni accurate e la sensibilizzazione sono strumenti chiave per proteggere le future generazioni e offrire supporto concreto alle famiglie.
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