Politica
10 Settembre 2025
La consigliera de La Comune di Ferrara presenta un'interrogazione nella quale denuncia e chiede conto di "modalità inadeguate" per la co-progettazione

Piani di Zona. Zonari all’Amministrazione: “La partecipazione non è un’etichetta”

di Redazione | 2 min

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La ripartenza dei lavori, dopo la pausa estiva, della 5^ commissione consiliare del Comune di Ferrara è stata segnata dai toni sferzanti. L’argomento al centro del dibattito, ieri martedì 9 settembre, è stato l’adeguamento delle tariffe di concessione delle palestre comunali, che da questa stagione sportiva vengono riviste al rialzo

Parla di “modalità inadeguate” La Comune di Ferrara, rappresentata in Consiglio comunale da Anna Zonari, nel riferirsi alla procedura di co-programmazione dei Piani di Zona 2025 avvitati lo scorso luglio.

Il Piano, fanno notare, è uno strumento introdotto con la legge 328 del 2000 attraverso il quale si “dovrebbe garantire la piena partecipazione degli enti del terzo settore nella definizione delle priorità sociali”.

Invece l’amministrazione comunale avrebbe adottato modalità che non coincidono con questo obiettivo. Anna Zonari parla di “tempi strettissimi, un semplice formulario online al posto di un’analisi condivisa dei bisogni, e un unico incontro telematico di poche ore, privo di veri spazi di confronto e di facilitazione”.

A questo si aggiungono esiti “comunicati con una semplice tabella di progetti ammessi o esclusi, senza alcuna relazione di sintesi che collochi il tutto in un processo di senso condiviso”.

“Un percorso – aggiungono – che, gestito così, lascia fuori la voce delle associazioni, delle cooperative e dei tanti operatori ed operatrici sociali che ogni giorno lavorano sul territorio”.

Ecco perché Anna Zonari ha presentato un’interrogazione all’assessora Coletti chiedendo: “Questa può essere considerata vera partecipazione? E, soprattutto, quali garanzie ci sono che in futuro i processi di co-programmazione e co-progettazione rispettino davvero i principi sanciti dal Codice del Terzo Settore e dalla Corte Costituzionale?”

“La partecipazione – conclude – non è un’etichetta: è un metodo di lavoro che merita serietà e rispetto”.

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