Un anno intero di storie, una per ogni giorno, per raccontare 35 anni di cronache cittadine. È così che Gian Pietro Zerbini ha deciso di consegnare alla memoria collettiva “365 cronache ferraresi raccontate giorno per giorno” (Faust Edizioni), presentato questa mattina nella sede della Prefettura. Un volume che ripercorre gli anni di lavoro come giornalista a la Nuova Ferrara dell’autore, dal 1989 al 2024, attraverso episodi grandi e piccoli, gioie e dolori, drammi e rinascite che hanno segnato Ferrara e la sua provincia.
Dal primo gennaio al 31 dicembre, ogni pagina riporta un fatto avvenuto in quella data, ma senza seguire l’ordine cronologico. Ne nasce un viaggio nel tempo non lineare, che salta avanti e indietro “come in un film di Robert Zemeckis”, restituendo al lettore la sorpresa della riscoperta e la possibilità di cogliere analogie e contrasti tra epoche diverse.
“Lo considero un ottimo diario di bordo – ha sottolineato il prefetto Massimo Marchesiello aprendo l’incontro -. Raccoglie momenti importanti, talvolta dolorosi, che dal 1989 al 2024 hanno fatto la storia di Ferrara. Per noi che lavoriamo nelle istituzioni è uno strumento prezioso, perché in un solo volume è condensata la memoria recente della provincia”.
La scelta di ospitare la presentazione in Prefettura non è casuale: “Ho voluto che questo luogo fosse sempre più aperto alla città – ha aggiunto Marchesiello – non solo per le esigenze amministrative ma anche per accogliere iniziative di valore culturale e sociale”. Una promessa mantenuta, per Zerbini, che ha ricordato a sua volta le parole del Prefetto al momento dell’insediamento, il 2 ottobre 2023: “Disse che avrebbe reso la Prefettura un luogo più aperto e oggi, a distanza di quasi due anni, possiamo dire che è di parola”.
Il volume raccoglie articoli, inchieste, interviste, ricordi e anche qualche pezzo più leggero, frutto della lunga esperienza come giornalista e di una grande passione per l’archivistica: “Non è il numero delle parole a determinare l’importanza di un fatto – ha spiegato l’autore -. Alcuni eventi sono raccontati in poche righe, come fossero flash di agenzie, ma non per questo sono meno significativi”.
Il mosaico che emerge da questa antologia è fatto di tanti colori: il nero delle tragedie, spesso con giovani vittime; il rosso dei crac finanziari che hanno travolto la provincia, dal Consorzio agrario alla Coop Costruttori fino alla ferita della Carife; il giallo delle vicende irrisolte; il bianco delle mascherine del Covid e dei camici degli operatori sanitari; il verde della speranza; e naturalmente il biancazzurro della Spal.
Ci sono i grandi eventi che hanno segnato un’intera comunità, come il terremoto del 2012 e la pandemia, ma anche episodi meno noti che raccontano la vita quotidiana, le scuole, il lavoro, il volontariato. “Ho scelto i fatti che mi hanno colpito di più durante la mia carriera – ha detto Zerbini -. È inevitabile che qualcuno possa sentirsi escluso, ma questo non significa che sia meno importante. Anzi, spesso non finire sul giornale è una fortuna”.
La presentazione non è stata solo un’occasione per parlare di giornalismo e memoria storica. L’iniziativa ha infatti un forte valore solidare: tutti i proventi delle vendite del libro saranno devoluti all’Avis di Ferrara, per sostenere il progetto “Il giardino dei Donatori” all’ospedale di Cona. Il presidente comunale Alessandro Cattabriga ha sottolineato l’affinità tra l’opera e la missione dell’associazione: “L’Avis è nata per promuovere la donazione volontaria e anonima, un atto che non si esaurisce nel gesto in sé ma che significa comunità e memoria. Questo libro racconta proprio la memoria di una città ed è naturale che le due cose si incontrino”.
Il progetto del Giardino dei Donatori, come ha ricordato il presidente provinciale Sergio Mazzini, è unico in Italia: ogni cinquanta prime donazioni viene piantato un albero, a simbolo di vita che si rinnova. “Abbiamo già messo a dimora venti alberi – ha spiegato – creando uno spazio verde accanto al reparto di riabilitazione dell’ospedale di Cona. È un luogo che offre serenità ai pazienti e allo stesso tempo onora i donatori, dando visibilità a un gesto che spesso resta invisibile”.
Per Zerbini il sostegno all’Avis non è solo un impegno formale ma una storia personale. “Per anni ho creduto di non poter donare perché microcitemico – ha raccontato -. Poi, grazie a una campagna di informazione dell’Avis e in particolare a Sergio Mazzini, ho scoperto che avrei potuto donare il plasma. Così sono diventato anch’io donatore. Nell’associazione ho trovato una vera famiglia: non importa il colore della pelle, l’opinione politica o il credo religioso, conta soltanto il gesto del dono”.
Parole che hanno trovato eco anche negli interventi conclusivi, quando il Prefetto ha invitato ad acquistare il libro, non solo per il suo valore culturale ma per la destinazione solidale dei proventi. La presentazione in Prefettura è stata solo l’anteprima. L’appuntamento ufficiale è per venerdì 12 settembre alle 17, nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea, dove interverranno anche l’associazione Stampa di Ferrara e i vertici Avis.
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