Politica
10 Settembre 2025
Barchette di carta alla Coletti e memoria storica, la capogruppo Marzia Marchi chiede a Fabbri di ritrattare: "Ha ecceduto sul piano politico e istituzionale"

Ferrara, il M5S contro Fabbri: “Non può decidere chi ha diritto di manifestare”

di Redazione | 3 min

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A Ferrara si accende lo scontro politico sulla libertà di manifestazione. La capogruppo del Movimento 5 Stelle, Marzia Marchi, ha presentato al Consiglio comunale una mozione che critica duramente le parole e gli atteggiamenti del sindaco Alan Fabbri, accusato di aver travalicato i propri compiti istituzionali.

La mozione parte da un richiamo formale: il sindaco, in quanto titolare della direzione amministrativa e di governo dell’ente, giura al momento dell’insediamento di osservare “lealmente la Costituzione italiana”. Per questo, secondo Marchi, “non rientra tra i compiti di un sindaco stabilire i termini del diritto di manifestare, garantito dall’art. 21 della Costituzione, né di valutare eventuali ‘limiti oltrepassati’, tanto meno invocare l’intervento del prefetto in assenza di motivi concreti di ordine pubblico”.

A finire nel mirino sono in particolare due uscite pubbliche del primo cittadino. Il 15 agosto, commentando una manifestazione organizzata da Ferrara ProPal e Rete per la Pace Ferrara, Fabbri aveva dichiarato: “Garantire la libertà di manifestare è un conto, utilizzare la nostra Storia, rovesciandola e reinterpretandola a proprio piacimento è tutt’altra questione. (…) A Ferrara si è oltrepassato il limite. Questo non è diritto di manifestare, questa è totale mancanza di rispetto verso i luoghi simbolo della storia della nostra città. Ora chiederò al prefetto di intervenire”.

Pochi giorni dopo, il 7 settembre, il sindaco era tornato sull’argomento parlando delle barchette di carta pacifiste recapitate all’assessora Cristina Coletti, simbolo della Global Sumud Flotilla. in quell’occasione le aveva definite un gesto “con intento intimidatorio”, paragonandole a un messaggio del tipo “attenzione sappiamo dove abiti”, e aveva invitato ad “abbassare i toni perché se la guerra è a casa vostra non significa che dobbiate portarla anche qui”.

Marchi, nella sua mozione, sottolinea come le manifestazioni siano state pacifiche e prive di qualsiasi violazione dell’ordine pubblico. L’invio delle barchette, precisa, “non costituisce fattispecie di reato”, ma rientra in un’azione simbolica legata a un movimento internazionale di solidarietà con la Palestina, lo stesso riconoscimento che il Consiglio comunale aveva sostenuto con una propria mozione il 14 aprile scorso.

Il documento richiama inoltre la giurisprudenza costituzionale e internazionale, secondo cui la libertà di espressione comprende anche firme simboliche “che possano urtare o disturbare” e può essere limitata solo in caso di un pericolo concreto e attuale per l’ordine pubblico.

Per la capogruppo M5S, dunque, le parole del sindaco hanno rappresentato un passo falso istituzionale. “Ha ecceduto sul piano politico e istituzionale – si legge nella mozione – dichiarando l’intenzione di richiedere l’intervento del Prefetto senza concreti e documentati motivi di ordine pubblico”. Da qui la richiesta di una pubblica rettifica e l’invito ad astenersi in futuro dal rilasciare dichiarazioni che possano apparire come una limitazione del diritto costituzionale di manifestare.

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