Giornata di sciopero, l’8 settembre, alla ex Sirio Planet di Ostellato, oggi Vsg Italia. Otto ore di astensione dal lavoro, proclamate unitariamente dai sindacati nei giorni scorsi, hanno visto i lavoratori incrociare le braccia dalle 8.30 e restare in presidio per tutta la giornata.
Secondo le sigle sindacali, l’azienda deve “riaprire la trattativa e risedersi al tavolo contrattuale”. La protesta ha coinvolto in particolare i 36 dipendenti dello stabilimento ferrarese, parte della multinazionale attiva nel settore delle macchine industriali, ma anche quelli degli altri tre siti del gruppo, a Bologna, Reggio Emilia e Torino. Complessivamente, l’adesione ha superato il 90%, come riferito da Giovanni Verla, rappresentante della Fiom Cgil.
“Si è trattato di uno sciopero di gruppo – ha spiegato Verla – perché l’obiettivo è quello di arrivare a una discussione a livello generale, in merito al contratto unico e al premio di risultato”. Il percorso contrattuale, avviato con una piattaforma presentata nel 2024, non avrebbe mai trovato la disponibilità dell’azienda a un vero confronto, tanto che i lavoratori hanno già accumulato oltre 60 ore di sciopero.
Al centro della vertenza la volontà di costruire un contratto integrativo unico per i quattro stabilimenti, evitando divisioni interne. L’azienda, infatti, ha proposto di definire premi di risultato separati per ciascun sito, soluzione giudicata dai sindacati come un tentativo di “smontare il percorso unitario e alimentare competizione fra stabilimenti, che invece sono strettamente interconnessi”.
Lo sciopero non rappresenta un’azione isolata, ma si inserisce in un percorso di mobilitazione avviato dopo la rottura del tavolo negoziale. “La nostra preoccupazione – conclude Verla – riguarda anche la strategia complessiva e la tenuta occupazionale del gruppo”.
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