Cimice asiatica. Torna l’incubo per gli agricoltori
La cimice asiatica, il temuto insetto polifago che appariva ormai sotto controllo, è tornata e i danni riscontrati dai produttori agricoli non sono più solo sulle pere, ma anche sul mais
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Venerdì 5 settembre a San Biagio di Argenta presso il cortile della scuola primaria di San Bigio si è svolto l'incontro "Storia, territorio e nuove generazioni"
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È un “no” importante quello di 4 operatori finanziari, su un totale di 9mila creditori chirografari, che sta bloccando il nono e ultimo riparto che avrebbe dovuto porre fine alla vicenda della CoopCostruttori che si protrae da ormai 22 anni.
In ballo una cifra che si attesta intorno agli 11 milioni di euro da aggiungere ai circa 245 milioni già ripartiti e per i quali i commissari nominati per gestire la crisi ringraziano i dipendenti “per l’attiva collaborazione”. È infatti anche grazie alla loro memoria storica che sono state possibile le azioni revocatorie e risarcitorie messe in campo da Renato Nigro, Alberto Falini e Franco La Gioia.
A comunicarlo in conferenza stampa due dei tre commissari liquidatori (Nigro e Falini) insieme al presidente della Provincia di Ferrara Daniele Garuti, al sindaco di Argenta Andrea Baldini e a Giovanni Bigoni e Massimo Cricca (Carspac 2) e Willer Dal Buono (Carspac 1) in rappresentanza di circa 3300 creditori.
Con le quattro opposizioni si rischia uno stop alla procedura, almeno fino all’udienza in calendario per il prossimo 24 settembre. Se il giudice dovesse accoglierla tutta o in parte, sono stati chiesti anche dei supplementi istruttori per cui potrebbero essere necessarie nuove perizie, i ritardi potrebbero essere consistenti. Un completo accoglimento potrebbe anche riportare le carte al Ministero delle imprese e del made in Italy.
I circa 3.300 creditori riuniti nei Carspac 1 e 2 auspicano una rapida chiusura della procedura nella convinzione che, nell’attuale fase, “debba prevalere la definizione della vicenda nell’interesse collettivo di migliaia di creditori rispetto a quello di taluni”.
Lo stesso auspicio lo ribadiscono il presidente della Provincia Garuti e il sindaco di Argenta Baldini. “Siamo vicini al risultato finale – dice il primo – se non arriva a Natale arriverà a Pasqua. L’auspicio è che si possa risolvere nel modo migliore e vedere conclusa una vicenda che rappresenta una ferita indelebile per il nostro territorio”. Oltre all’auspicio il sindaco Baldini aggiunge un “appello affinché la procedura si possa concludere entro l’anno”.
Il concordato è stato approvato dal Ministero vigilante in quanto giudicato più celere per concludere la procedura di amministrazione straordinaria, dopo il crac dell’impresa argentana di 22 anni fa. In un primo tempo era pervenuta ai commissari una proposta che prevedeva un riparto finale dello 0,74% che avrebbe portato il complessivo ristoro ai soci chirografari a circa il 9%. Il Ministero ha però chiesto ai commissari di negoziare soluzioni migliorative. Dall’iniziale 0,74%, si è così passati all’1,062% che avrebbe potuto portare il grado di soddisfazione complessiva al 9,21% ma al termine di un negoziato che è durato molto a lungo.
Nei due anni trascorsi dall’inizio di questo ultimo negoziato l’aumento dell’inflazione ha generato un sostanziale annullamento dei benefici dati dall’aumento della quota da ripartire.
“Avevamo già pronto il piano di riparto”, spiegano i commissari. Ora non resta che attendere il pronunciamento del giudice con la speranza da molti condivisa che a breve possa arrivare la parola fine a questa vicenda.
Il Gruppo CoopCostruttori era sottoposto ad amministrazione straordinaria ai sensi dell’ex D.lgs. n. 270/99 (Prodi bis) dal 2 luglio 2003. Alla data di dichiarazione dello stato di insolvenza il gruppo occupava oltre 2500 dipendenti, 1698 di questi nel ramo edilizio, il quarto per grandezza in Italia. Le società che ne componevano la galassia erano 5 e avevano partecipazioni in altri 46 consorzi e in 65 società consortili. Il volume d’affari totale nell’anno precedente al crac era di oltre 362 milioni di euro con un portafoglio lavori che al 31 dicembre 2002 consisteva in 800 milioni di euro.
La bancarotta aveva coinvolto oltre diecimila creditori, di cui tremila ferraresi per un dissesto calcolato in circa un miliardo di euro.
Ad oggi le cifre ristorate sono così composte: a chi era detentore di crediti prededucibili il riparto è stato di 11.136.574,93 su un totale di crediti ammessi di 11.456.380,23 con un grado di soddisfazione del 97,21%; per gli ipotecari il riparto è stato di 19.597.085,61 su 44.702.705,97 crediti ammessi e una soddisfazione del 43,84%; per i pignoratizi i riparti sono stati 1.495.062,62 su un totale di 18.354.950,75 crediti ammessi e una soddisfazione del 8,15%; i privilegiati arrivano invece a una suffissazione del 100% per la cifra di 163.202.597,13.
Infine i chirografari, di cui oggi è stato comunicato lo slittamento del nono riparto. Allo stato attuale hanno ricevuto riparti per 49.047.317,29 milioni su 594.842.889,29 e un grado di soddisfazione dell’8,25%. Se dovesse andare in porto la proposta messa in campo dai commissari a questi si aggiungerebbero 11.003.930,32 e il grado di soddisfazione salirebbe al 9,21%.
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