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7 Settembre 2025
Il ricordo del capitano estense che guidò la squadra azzurra di ginnastica artistica al terzo posto ai Giochi del 1960

Orlando Polmonari e il bronzo olimpico di Roma: 65 anni fa la gloria alle Terme di Caracalla

di Redazione | 2 min

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Il 7 settembre 1960, alle Terme di Caracalla, la ginnastica artistica italiana scrisse una delle sue pagine più emozionanti. La squadra maschile conquistò la medaglia di bronzo ai Giochi della XVII Olimpiade, dietro a Giappone e Unione Sovietica. Un traguardo storico, ottenuto con orgoglio anche grazie al contributo del ferrarese Orlando Polmonari, capitano del sestetto azzurro.

A ricordarlo, nel 65° anniversario, è Mirko Rimessi, fiduciario provinciale Coni Ferrara, delegato provinciale Unasci Ferrara e componente della redazione Panathlon Distretto Italia: «Ho un biglietto speciale, per assistere ad una delle finali più emozionanti dei Giochi della XVII Olimpiade, quella del concorso generale a squadre di Ginnastica Artistica Maschile».

Rimessi ricorda come Polmonari, allora 37enne, arrivasse a Roma dopo una carriera segnata da sacrifici e rinunce: la deportazione in Germania durante la guerra “per aver dato uno schiaffo a un ufficiale tedesco”, la mancata partecipazione a Londra 1948 per motivi economici e la beffa di Melbourne 1956, quando l’intera squadra maschile fu esclusa. Solo Helsinki 1952 gli aveva regalato la prima esperienza a cinque cerchi.

Il contesto della finale fu unico: «Come tutto il programma della ginnastica anche questa competizione, sviluppata su 3 giorni, dal 5 al 7 settembre 1960, si svolge presso le spettacolari Terme di Caracalla… dando vita ad un teatro eccezionale per un evento unico», sottolinea Rimessi.

La lotta per l’oro si risolse tra giapponesi e sovietici, ma la battaglia per il bronzo rimase aperta. Proprio in quel momento Polmonari si rivelò decisivo: «Al cavallo con maniglie, il suo attrezzo, ottiene il punteggio di 9.50, il risultato migliore tra gli azzurri, contribuendo a scavare quel piccolo divario di meno di 2 punti che consentirà al sestetto italiano di coronare il sogno di gloria».

Oggi, a 65 anni da quella medaglia, il ricordo di Orlando Polmonari rimane vivo a Ferrara, nella palestra che porta il suo nome: il “Palagym”, intitolato al trigesimo della sua scomparsa. È lì che i giovani atleti rivivono il suo sogno, sotto la guida di tecnici come il nipote Claudio Pasquali, erede di una passione trasmessa di generazione in generazione.

«Il sogno a 5 cerchi terminò con quella finale del 7 settembre – conclude Rimessi – ma il suo esempio continua a vivere, non solo come atleta olimpico ma anche come maestro, pittore e uomo di valori, simbolo di uno sport capace di unire sacrificio, talento e memoria collettiva».

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